martedì 10 maggio 2011

Quantilità o qualintità? (parte 1)

[Nota: post lungo, diviso in 3 parti che saranno pubblicate in 3 giorni successivi]

Ci sono quei periodi, quelle convergenze astrali, quelle coincidenze sociali. Periodi in cui incontri diverse persone, per diversi motivi, e la discussione ricade sempre sugli stessi concetti. Applicati in campi diversi, ma pur sempre gli stessi concetti di base. Ed allora scopri che non sei il solo a pensarla così, il che da un lato ti rincuora, e dall’altro ti fa intabaccare ancora di più…

In questo periodo, l’argomento ricorrente (sebbene possa comparire in accezioni diverse e con terminologie diverse) che mi sta perseguitando è la relazione tra quantità e qualità, in particolare applicato all’organizzazione del lavoro e dei servizi.

Ed in molti casi si assiste ad una sempre maggiore attenzione ed interesse per la quantità, a scapito della qualità. Già, perché i due attributi sono per propria natura antagonisti.

Proviamo a formalizzare il problema. Supponiamo di volere realizzare un’attività A, con un determinato livello di qualità Q (maiuscolo) ed erogato in quantità pari a q (minuscolo). L’attività A avrà un costo C che dipende (tra gli altri fattori) da Q e q: C(Q, q). Come varia C al variare di Q? e di q?

La qualità è un fattore irraggiungibile: assumendo che esista un livello assoluto di qualità Q=100%, più mi voglio avvicinare al massimo e più dovrò investire. Il primo 70-80% costa poco. Ma passare da Q=80% a Q=90% costa molto di più che passare dal 70% all’80%. E passare al 95% è ancora più costoso. Il costo ha un comportamento asintoticamente crescente all’avvicinarsi al 100%. E’ il ben noto principio paretiano dell’80/20, noto anche come law of diminishing returns.

costo-qualita_thumb[9]

Andamento del costo in funzione della qualità

La quantità si comporta in modo decisamente opposto. Passare da q=0 (non fare l’attività A) a q=1 (farla una volta, o per un utente) ha una differenza di costo notevole. Passare da q=1 a q=2 costa meno che raddoppiare. Passare a q=3 costa ancora meno. Su numeri maggiori (da q=100 a q=110) i costi addizionali sono praticamente nulli. Si tratta del fenomeno noto come economia di scala.

costo-quantita_thumb[2]

Andamento del costo in funzione della quantità

Ed allora l’essere razionale che vuole eseguire l’attività A, e vuole ottimizzare i costi, che cosa farà? Lo scopriremo nel prossimo post, analizzando il grafico combinato dei due fattori precedenti.

A domani!

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