giovedì 28 luglio 2011

Ripetere a piacere

Ci sono cose che impariamo da piccoli. Se chiami qualcuno e non risponde, prova a ri-chiamarlo. Se suoni un campanello e nessuno risponde, riprovi a suonarlo dopo poco.

Ci sono invece culture in cui questo non viene insegnato. Come in UK, dove si dà per scontato che una richiesta, una volta fatta, venga esaudita. Oggigiorno non è più così, ma la concezione della civiltà anglo-standard non è ancora mutata.

Per cui, meglio scriverlo. Mi vedo già l’inglese stereotipato (che non esiste) seguire alla lettera le istruzioni, e continuare a premere il pulsante per 8 giorni di fila, se nessuno risponde.

Emergency telephone. Press alarm button for 3 seconds. If unobtainable press again

mercoledì 27 luglio 2011

Scegli il tuo simbolo

Ci ero passato molte volte, apprezzando il concetto, questa volta ho anche scattato una foto. Parlo di questo cartello visibile all’aeroporto di Monaco:

Meditation and Prayer Room (with 5 different religion symbols)

Ovviamente in un luogo pubblico (come un aeroporto, specie se internazionale) non puoi sapere chi arriverà e quali saranno le sue credenze religione.

Ed allora, se fai una cappella, predisponila per tutte le religioni possibili (almeno quelle principali). Semplice, no? E rivoluzionario allo stesso tempo.

Si chiama “integrazione”, basta cercarla sul vocabolario. Invece da noi stiamo ancora a litigare sul crocifisso appeso nelle scuole (ovviamente per secondi fini).

mercoledì 20 luglio 2011

Lama d’Acqua e Alabarda Spaziale

Nelle ultime settimane, nella nuova stazione di Torino Porta Susa, sempre ricca di imprevisti e novità (perché non l’avevano pensata bene fin dall’inizio), sono comparsi degli strani cartelli:

Lama d'acqua - Attraversare in caso d'incendio

Non saprei dire se sia più esilarante o più inquietante. Però non ho potuto fare a meno di vedermi Goldrake che, in caso di incendio, entra in stazione volando ed attivando la sua nuova arma, la lama d’acqua.

A parte gli scherzi, la lama d’acqua (o water curtain) è un getto ottenuto con particolari ugelli, che tendono a creare un flusso d’acqua continuo (come una tenda o una parete), che può avere lo scopo di isolare un incendio o comunque di avere un effetto di raffreddamento su un locale. Quando ti sei dimenticato, nel progetto, di inserire delle porte tagliafuoco…

giovedì 14 luglio 2011

Confronti tra liquidi

Onestamente, fatico a spiegarmi come mai tutti (a partire dai mezzi di informazione) si scaglino contro il prezzo della benzina arrivato a 1,60 €/l, mentre non vi sia un’analoga onda di sdegno per le bottiglie di acqua da mezzo litro vendute a 1,00 €, 1,50 € o talvolta anche 2,00 € (con prezzi al litro quindi pari a 2,00 €/l, 3,00 €/l o 4,00 €/l), tenendo conto anche che sull’acqua non vi sono le forti tasse e accise che invece gravano sugli idrocarburi.

Sono prezzi normalmente visti nei bar, ad anche nei distributori automatici in stazioni ed aeroporti. E non mi si dica che il costo di produzione e distribuzione, o il servizio offerto, siano superiori… Direi invece che nella catena del valore deve esserci qualche anello d’oro massiccio, se non di platino… Vogliamo smettere di foraggiarlo?

mercoledì 13 luglio 2011

Ricordate Y2K?

Tutti i problemi legati alla transizione dal 1999 all’anno 2000 ormai sono memoria del passato: tutti gli sviluppatori software hanno rivisto e corretto le vecchie applicazioni, e non faranno mai più gli errori del passato (ossia rappresentare le date con due sole cifre anziché con l’intero anno).

Beh, non proprio tutti…

y2k

giovedì 7 luglio 2011

Dieci e allocco

Gli spot pubblicitari con Claudio Bisio sono sempre divertenti, indipendentemente dalla vacuità del prodotto che viene reclamizzato. Ultimamente si sta dedicando al “gioco” (sarebbe meglio chiamarlo “beneficenza volontaria a favore dello stato”) del Dieci e Lotto.

In uno degli spot, si vede un giapponese che scommette. Per inciso, chissà perché la parte dell’imbecille spetta sempre ad un giapponese? sarà semplice razzismo, sarà la nostra ignoranza culturale, o più semplicemente una vendetta mediatica per il nostro giustificato senso di inferiorità rispetto al popolo ed alla cultura del sol levante?

Ma torniamo allo spot: il giapponese punta su tre numeri: 1, 2, 3, e per questo viene deriso. Poi punta su altri numeri: 4, 5, 6. Qui sta la (presunta) ilarità dello spot: nell’assurdità dei numeri puntati.

E qui sta la totale ignoranza matematico-scientifica degli italiani.

I numeri 1, 2, 3 hanno le stesse probabilità di “uscire” rispetto a qualsiasi altra terna di numeri (siano le misure 90, 60, 89, che la data di nascita del nipotino 23, 3, 11, che i numeri cabalisticamente sognati grazie all’apparizione onirica del trisavolo mai conosciuto). Le stesse probabilità. Identiche. Uguali. Equivalenti. Intercambiabili. Indistinguibili.

Se vi chiedessero di giocare i numeri 1, 2, 3, probabilmente non lo fareste, perché “intuitivamente” (ma è un inganno logico) è “impossibile” che escano. Nessuno giocherebbe più perché sarebbe sicuro di non vincere. Orbene, ogni volta che qualcuno gioca una qualsiasi terzina, di fatto sta puntando su una scommessa equivalente ad 1, 2, 3. E’ altrettanto “impossibile” vincere.

Mi chiedo se gli autori dello spot ne fossero a conoscenza, e non so quale ipotesi mi spaventi di più: che a tutti i livelli sia così diffusa l’ignoranza nel calcolo delle probabilità, o che la comunicazione commerciale sistematicamente e scientificamente contribuisca ad iniettare nelle nostre menti dei concetti errati, al fine di indurci a spendere il più possibile ed a ragionare il meno possibile.

mercoledì 6 luglio 2011

Accessibilità, nei dettagli

Foto del bancone della receptionSempre a proposito di civiltà nordica e di accessibilità, un rapido foto-quiz: che cos’è l’oggetto di plastica nera che sporge dal bancone della reception di un albergo?

Se fossimo qui da noi, sarebbe probabilmente una rottura del pannello che nessuno si è curato di riparare. Oppure il supporto per qualche tipo di cartellone o pannello informativo, che rimane lì per decenni dopo che ha esaurito la sua funzione, solo perché non è compito specifico di alcuno rimuoverlo.

Invece no, perché siamo in un paese civile, dove ageing society non è solo una parola chiave per etichettare velleitarie iniziative autoreferenziali, ma effettivamente inizia ad essere considerato un problema da affrontare concretamente.

Ed ecco la risposta al foto-quiz: si tratta di un supporto per appoggiare/agganciare il bastone da passeggio, da utilizzare durante l’attesa alla reception.

Spendi pochi euro. Metti a suo agio l’utente. Velocizzi le operazioni perché il cliente ha le mani libere. Davvero geniale.

This is a walking stick holder that takes care of your walking stick while you're standing in reception

martedì 5 luglio 2011

Sglobalizzazione

…ossia Globalizzazione al contrario.

Solitamente pensando alla globalizzazione si pensa a prodotti prodotti dalla parte opposta del pianeta, con manodopera sottopagata, e che arrivano sui nostri mercati a fare concorrenza ai prodotti locali per via del prezzo competitivo.

Sale grosso proveniente dalla Bretagna o dall'HimalayaMa esiste anche il contrario, come ho tristemente scoperto. Trattasi di prodotti provenienti sì dall’altro lato del pianeta, ma offerti a prezzi esorbitanti (e secondo il dogma consumistico, totalmente inutili).

In un normale supermercato ho trovato delle confezioni di sale grosso provenienti da diverse parti del mondo, ad esempio dall’Himalaya.

A parte il fatto che il sale è semplice cloruro di sodio (NaCl, magari addizionato di iodio, come è richiesto dalle nostre parti) e non vedo la necessità di farlo viaggiare per 20.000 km. A parte il fatto che “sapore autentico” (sull’etichetta) non vuol dire nulla (perché, l’Himalaya ha un sapore?).

Ma ciò che più sconvolge è l’etichetta con il prezzo:

Prezzo: € 5,29. Prezzo al Kg: € 76,67

Non fermiamoci a guardare il prezzo totale di oltre 5 euro, ma aguzziamo la vista per leggere il prezzo al kilogrammo: questo sale (in confezione da 69 grammi… per la precisione!) costa 76,67 euro al kg. Settantasei euro al chilo.

Ma siamo pazzi? (la risposta viene da sé…)