lunedì 30 gennaio 2012

Rammolliti

Una città. Una città del nord-ovest, la parte continentale dell’Italia. Una città che si vanta della sua vicinanza con l’arco alpino, al punto di ospitare un’olimpiade invernale. Una città dove, tutto sommato, i servizi comunali di pulizia e di trasporto funzionano.

Pupazzo di neve costruito nottetempo nei pressi delle OGRUna nevicata. Nel mese di gennaio, è un evento ordinario. Circa 15-20 cm in pianura, nulla di speciale. Previsti con quasi una settimana di anticipo. Ed addirittura con la cortesia di avvenire nel week-end, senza creare troppi disagi, e di interrompersi in tempo nella serata di domenica, così c’è tutto il tempo di prepararsi per il lunedì mattina.

Il panico. Ordinanze comunali che chiudono le scuole “di ogni ordine e grado”, pubblicate sul web e rilanciate dai mezzi di informazione. Rettori delle due università che sospendono lezioni, esami, esami di stato. Il tutto, ovviamente, si chiarisce non prima delle 10 o 11 di notte, una goduria dal punto di vista organizzativo per le famiglie.

L’unica conclusione è che ci siamo rammolliti tutti. Che senso ha bloccare una città, creare disagio alle famiglie con figli in età scolare, mandare all’aria la programmazione degli studenti universitari (che si sono organizzati, si sono preparati, ed in molti casi hanno organizzato il viaggio)?

Ricordo il mio esame di Analisi Matematica I, nel gennaio del 1987, con la mitica prof. Scarafiotti. Era di lunedì, e nel week-end erano caduti circa 80-100 cm di neve. L’esame si è tenuto regolarmente. Certo, ciascuno di noi si è sobbarcato una piccola epopea per raggiungere il Poli e poi per tornare a casa, ma siamo ancora tutti vivi, ed abbiamo qualche aneddoto divertente da raccontare ai figli. Si tratta solo di organizzarsi ed attrezzarsi.

Ricordo cosa mi disse un collega finlandese, quando gli chiesi come si regolavano in caso di forti nevicate (oltre il metro) e gelate. Mi rispose stupito con un “everything is supposed to run, anyway”. Si suppone che tutto funzioni, quindi (sottinteso) ciascuno di noi fa la propria parte.

Forse fare la propria parte è più difficile che scrivere un avviso su un sito web…

Basta, allora, che la smettiamo di utilizzare termini come produttività, rigore, efficienza, qualità, … visto che evidentemente non ne conosciamo il significato.