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mercoledì 10 settembre 2014

Per equità e reciprocità

La terza legge di Newton, in una versione adattata e rivista al pressapochismo moderno, recita che ogni cazzata fatta ne genera un’altra uguale e contraria.

Applicando questa legge all’ultimo post sugli occhiali, dove ci siamo scontrati con una traduzione italiana traballante, dovremo necessariamente trovare una traduzione uguale e contraria. Uguale nel senso di ugualmente terrificante. Contraria nel senso che questa volta saranno gli italiani ad avere tradotto un messaggio in una lingua estera. Diciamo una lingua facile, ben conosciuta: l’inglese.

Information: we advise all passenger to validate your ticket, in the green machine, before leaving.

Ovviamente è lodevolissimo l’impegno degli impiegati ferroviari nel cercare di aiutare gli stranieri a districarsi tra la giungla di macchinette, emettitrici, bollatrici, cambiamonete, e chipiùneha. Ma sarebbe stato semplice fermare uno di questi stranieri, magari madrelingua, e chiedere: «si capisce?»

venerdì 29 agosto 2014

‘Agosto’ rima con ‘costo’

Molte cose possono succedere d’estate, in particolare in agosto, che è certamente il mese più distratto dell’anno.

Complice la distrazione, le tariffe tendono ad essere ritoccate (al rialzo, ovviamente, perché la deflazione è una cosa brutta). Questa volta è toccata al costo del parcheggio associato alla stazione ferroviaria di Chivasso (piazzale Ceresa). E che ritocchino!

Biglietti abbonamento mensile: Luglio €7,30, Settembre €9,00

Non fatevi trarre in inganno dal cambio di colore (da azzurro a verde), di formato (qualche mm più alto), si tratta esattamente dello stesso servizio. Ed il prezzo è variato di quasi 2 euro su una base di 7… un notevole balzo, direi.

Per chi non crede ai propri occhi (o è arrugginito con le percentuali) ecco cosa ci dice Wolfram Alpha: +23,29%. Non c’è che dire, complimenti!

Wolfram Alpha: percent increase from 7.30 to 9.00

L’unica speranza è che l’aumento sia destinato al comune di Chivasso (e non alla società di gestione, che non fa nulla), e che serva per migliorare le condizioni di accesso alla stazione (ad esempio fare un collegamento pedonale non abusivo tra il suddetto piazzale Ceresa e la stazione vera e propria). Se so sognando, non risvegliatemi.

venerdì 25 aprile 2014

Ci sono due modi per essere guasta

Bilancia con cartello GuastaA volte anche i luoghi piccoli e (relativamente) insignificanti come le stazioncine di provincia possono nascondere degli interessanti misteri. Eccoci a parlare nuovamente della stazione ferroviaria di Chivasso.

Ormai fa parte dell’arredamento la bilancia mostrata nella fotografia, che per 20 modici centesimi ci dovrebbe permettere di pesarci e confrontarci con l’auspicato peso forma.

Il condizionale è d’obbligo perché la bilancia è guasta da innumerevoli mesi, ed infatti il cartello “Guasta” fa bella mostra di sé, scoraggiando ogni interazione con la bilancia stessa (non vorrete mica rischiare di perdere 20 centesimi?).

Ad un certo punto, qualche utente esasperato dal non poter controllare il proprio peso (e, si sa, pesarsi con scarpe, vestiti, borse e zaini indosso rappresenta la condizione ideale), aveva aggiunto una frase come “ma quando la aggiustate?”. La frase non è piaciuta, ed infatti risiedeva sulla parte di foglio che ora vediamo strappata.

Ma la vera rivoluzione, degna di un applauso, è rappresentata dal testo scritto in bianco, difficilmente leggibile, che si può vedere nell’ingrandimento qui sotto.

“Non è vero, funziona gratis”

Cinque parole che cambiano completamente la prospettiva. La bilancia è sì guasta, ma nel modo sbagliato: chiunque può pesarsi senza mettere alcuna monetina. E funziona. Si è guastata nel peggiore dei modi: azzera i ricavi dei gestori, ed offre un servizio completo e gratuito agli utenti.

Non ci avevo mai pensato, a volte un’attrezzatura, da guasta, può funzionare meglio che da integra…

Ingrandimento: Guasta - non è vero funziona gratis

venerdì 11 aprile 2014

Appena nati sono puliti

Tra gli innumerevoli documentari sulla natura, sono interessanti anche quelli sulla natura delle “cose”. Ad esempio, che aspetto ha un binario ferroviario appena nato?

Conosciamo tutti l’aspetto del binario ferroviario “adulto”, che è circondato da ciottoli di colore nerastro, abitato da topolini (speriamo) di piccola taglia, e decorato da rifiuti (organici e non) lasciati in obolo dagli educati viaggiatori, con punti di accumulo presso le fermate in stazione.

Ma se per il coccodrillo ormai sappiamo cosa fa quand’è tranquillo, per il binario ferroviario cosa sappiamo delle sue fasi iniziali di vita? Non ho fatto un vero documentario, ma una immagine rubata nel sonno, senza farsi accorgere, può rivelarci qualche indizio.

2013-12-17 17.35.54

Innanzitutto i ciottoli sono bianchi. Non vi è accumulo di materiale, e pure le colonie di topolini non si sono ancora insediate. Questo era l’aspetto del Binario 2 di Torino Porta Susa il giorno della sua inaugurazione.

Conserviamo la fotografia in un album, quando sarà grande e lercio gliela faremo vedere.

venerdì 4 aprile 2014

Facili predizioni

Nel mio post “Ad abundantiam” ho riportato una fotografia (di fine maggio 2013) di 3 macchinette obliteratrici presso la stazione di Chivasso, messe così vicine tra loro da risultare inutili.

Nel post precedente, deducevo che “sono lì perché, se una o due fossero guaste, ce ne sarebbe almeno una funzionante”.

Ed infatti ecco la situazione aggiornata a fine febbraio 2014:

Una macchinetta funzionante, una con cartello "guasta" ed una totalmente rimossa

Delle tre macchinette, una è stata rimossa, una e guasta e la terza rimane attiva e funzionante.

La mia previsione si è avverata in pieno, non perché abbia capacità profetiche, ma perché i meccanismi della gestione italioide delle infrastrutture è fin troppo prevedibile.

lunedì 22 luglio 2013

Civilizzati per divieto

Questo è un cartello simile a migliaia di altri identici, disseminati nelle stazioni ferroviarie, di fronte ai quali siamo passati moltissime volte, senza prestarvi troppa attenzione.

Ma proviamo a leggerlo realmente.

Vietato gettare rifiuti a terra (cicche, chewingum, carta, etc.)

Viene da chiedersi se realmente sia necessario esplicitare questo divieto. Non dovrebbe fare parte delle più normali forme di civiltà il fatto di non gettare i rifiuti a terra? Cosa ne penseranno gli stranieri? Che immagine stiamo dando di noi stessi? trogloditi che getterebbero ogni cosa a terra, se non vi fosse un divieto esplicito, con tanto di sanzioni ridicole?

Io non mi ci riconosco. Spero di non essere in minoranza.

venerdì 7 giugno 2013

Ad abundantiam

Luogo: stazione FS (anzi RFI) di Chivasso.

C’era una volta una macchinetta obliteratrice per i biglietti ferroviari. Vecchia. Rumorosa. Farraginosa. Spesso rotta.

Arriva la modernità: ora ci sono i pass contactless, i biglietti elettronici, gli abbonamenti con microchip, ed altre diavolerie moderne, per cui si sostituiscono le vecchie obliteratrici con dei nuovi catafalchi elettronici.

Ma come si fa con la manutenzione? tra guasti meccanici, problemi elettronici, atti di vandalismo, si dovranno studiare degli interventi più capillari (essendo un prodotto nuovo e più complesso, il tasso di guasto è destinato ad aumentare rispetto alle vecchie faccio-un-timbro-con-l’ora-corrente).

La soluzione non è investire in manutenzione. Non è neppure investire in qualità. Come è ben noto da tempo, è molto più semplice e conveniente investire in quantità piuttosto che in qualità.

Et voilà:

2013-05-31 08.46.19

Non una, signori, non due, ma ben tre macchinette nel raggio di 150cm.

Non credo che nella stazione di Chivasso ci sia mai un traffico tale da richiedere l’uso contemporaneo delle tre macchine. Tanto più che sono talmente vicine che sarebbe materialmente impossibile avere tre file di persone.

No, piuttosto sono lì perché, se una o due fossero guaste, ce ne sarebbe almeno una funzionante.

La ciliegina sulla torta? Le obliteratrici poste sui binari sono state del tutto rimosse e non sostituite.

mercoledì 19 dicembre 2012

Rete a singhiozzo sulle frecce

Uno dei servizi più sbandierati delle “frecce” di Trenitalia, ed in particolare del Frecciarossa, è la disponibilità di collegamento Internet gratuito a bordo.

Ovviamente riuscire ad accedere è già di per sé un piccolo calvario di (non)usabilità, ma alla fine il Wi-Fi si connette. Non è particolarmente veloce, ma per essere gratuito è accettabile.

Tranne ogni tanto: a quanto pare le gallerie, la velocità eccessiva, l’attraversamento di zone scarsamente popolate, e qualche altro fattore casuale, fanno sì che il collegamento sia abbastanza instabile ed intermittente.

E fin qui nulla di male: l’intera rete Internet è stata progettata su criteri di ridondanza, per cui una breve interruzione di connettività non è mai catastrofica (anche se i sedicenti sviluppatori web 2.0 se ne “dimenticano”, quando danno per scontato che una chiamata Ajax risponda sempre, e sempre velocemente).

Anche qui, però Trenitalia ci ha messo del suo.

Anziché permettere ad una perdita di connettività di comportarsi normalmente, invece, ti re-dirigono su una loro pagina di errore (che ovviamente non è particolarmente più esplicativa di ciò che ti avrebbe scritto il browser).

Tale pagina si rinfresca periodicamente, ed alla ripresa della connessione, si trasforma in quella sottostante. In un italiano un po’ zoppicante, ci informa che cliccando “qui” potremo riprendere la navigazione.

A parte il fatto che speravo che i link con scritto “qui” fossero scomparsi da almeno 10 anni (sono uno dei più diffusi errori di usabilità, sono proibiti dalle norme sull’accessibilità, e sono controproducenti per la search engine optimization), la cosa triste è che il link non porta alla pagina che si stava cercando di raggiungere quando è mancata la connettività. No, porta alla pagina iniziale del servizio, quella con tutte le promozioni ed auto incensazioni di quantèbbellalafrecciarossa.

Istruzioni per l’uso: mai cliccare su “qui”, una bella pressione sul “back” è molto meglio.

Gentile Cliente Le comunichiamo che il collegamento alla rete è stato ripristinato e può riprendere la navigazione cliccando qui.

martedì 30 ottobre 2012

GTT: i conti tornano (per loro)

Ogni anno arriva. Il tuo fedele abbonamento annuale ai mezzi pubblici (io uso un Formula 5, treno più rete urbana) scade, e lo devi rinnovare.

Ti predisponi psicologicamente per la coda (*) di 30 persone presso il punto GTT di Porta Nuova (ma in realtà erano meno, a quando pare molti stampano il bigliettino e poi se ne vanno…), e ti prepari a pagare in anticipo il prossimo anno di transumanze ed odissee.

Lo sai che i prezzi erano aumentati, in Febbraio 2012 sono state riviste tutte le tariffe (ma tu, con l’abbonamento valido fino ad Ottobre, sghignazzavi beato).

Ti vai anche a rileggere il comunicato stampa della GTT, che parla ottimisticamente di «abbonamenti, i cui incrementi sono molto contenuti» e cita, vantandosene, un «aumento inferiore al 7%».

A parte che 7% è ben al di sopra del tasso di inflazione, ed ancor di più alla rivalutazione dello stipendio di qualunque essere mortale (escluse caste). Vabbé.

Comunque a me qualche calcolo non torna. Fate voi i conti, ma a me da €558 ad €612 risulta un aumento del +9,68%. Quasi 10% in un anno. Ti consoli solamente pensando che la benzina, nel frattempo, è aumentata di più.

Di sicuro, a me, i conti non tornano. Di sicuro, a loro, sì.

annuale gtt

(*) via twitter, il servizio clienti GTT mi ha informato che è possibile anche ordinare l’abbonamento annuale via internet, con consegna a domicilio. Buono a sapersi, per l’anno prossimo.

venerdì 26 ottobre 2012

(Sno)Beata gioventù

Questa mattina, treno di pendolari MI-TO. Giovane ragazza, sui 20, aspetto serio, pulito, ordinato, iPhone e cuffiette. Atteggiamento tranquillo, abbigliamento sportivo impeccabile, non un capello fuori posto.

Sul sedile accanto (nulla di male, il treno non era pieno) borsa, cartellina, quotidiano.

Stazione di arrivo, si alza, prende la sua roba, esce. Lasciando il quotidiano sul sedile.

Un piccolo gesto, ma che indica (1) mancanza di rispetto per chi dovrà riassettare il vagone, (2) mancanza di abitudine alla cura degli ambienti in cui si vive, sia nei confronti di chi verrà dopo di lei, sia nei confronti della raccolta rifiuti, (3) mancanza di considerazione per il costo del giornale, abbandonato lì senza neppure averlo letto tutto (a giudicare dal suo stato, senza averne letto neppure il 10%). Tanto paga qualcun altro. Tanto a sistemare ci pensa qualcun altro.

Per fortuna conosco tanti altri ragazzi, magari più scapigliati o disordinati o chiassosi, ma con più attenzione alle persone ed alle cose che li circondano.

martedì 23 ottobre 2012

Pubblicità appiccicosa

Amo sempre molto coloro che decidono di poter disporre del mio tempo per raggiungere i propri scopi. Se poi si tratta di tecniche di marketing di basso livello, sono ancora più felice!

Una delle tecniche pubblicitarie più antipatiche, anche per le conseguenze sull’ambiente ed il decoro urbano, è quella del volantinaggio nei parcheggi. Talmente antipatica che in diversi comuni italiani vi sono ordinanze che la vietano.

Sarà un’esperienza comune a molti pendolari: sceso dal treno, vai a recuperare la macchina, e trovi sotto il parabrezza un volantino pubblicitario. Molti, purtroppo, li rimuovono e li gettano a terra (atto di inciviltà istigato).

L’ultimo che ho trovato era particolarmente antipatico: il volantino, parzialmente plastificato, e soggetto all’azione della pioggia, ha pensato bene di sfaldarsi ed appiccicarsi al vetro.

Vi assicuro che mentre spenderò mezz’ora a raschiare e pulire, penserò con continuità ed intensità al prodotto pubblicizzato, e non potrò fare a meno di acquistarlo in gran quantità.

Volantino appicciato al parabrezza

lunedì 1 ottobre 2012

Tempestività

Quando: Oggi, 1 ottobre. Primo giorno del mese.

Dove: Chivasso, Parcheggio di piazzale Ceresa, nel quale parcheggiano quotidianamente qualche centinaio di pendolari al prezzo di € 7,30 mensili. Relativamente comodo, abbastanza conveniente.

Ed inevitabilmente qualcuno che non si è ricordato di rinnovare l’abbonamento ci sarà sempre. Soprattutto quando il primo giorno cade di lunedì, tendi a dimenticarti. Ma al mattino non hai tempo di andare in stazione, comprare l’abbonamento, tornare al parcheggio, esporlo in auto, e tornare in stazione per prendere il treno. Sì, perché il bar di fronte al parcheggio, chissà per quale accordo o inciucio, non vende gli abbonamenti dello stesso.

Ed allora il povero tapino pendolare (essendo pendolare è certamente un tapino) che fa? Spera. Spera che non vengano proprio oggi i controlli. Insomma, si organizza per comprare l’abbonamento al ritorno, così sarà a posto per tutto il mese.

multa parcheggio

E invece no. I solerti vigili urbani, evidentemente ben consci del fenomeno, sono passati a controllare ed appioppare dei regalini da € 39,00 ai malcapitati smemorati.

Intendiamoci: tutto perfettamente corretto, chi lascia l’auto senza il contrassegno sa a che cosa può andare incontro. Però il giro di controllo potevano farlo il giorno 2 o 3, no? In fondo si tratta di abbonamenti mensili. E magari anche in qualche altro giorno del mese, quando ci sono persone che lasciano l’auto in luoghi fantasiosi bloccando i passaggi?

 

P.S.: pagare per la singola giornata non avrebbe senso: a € 0,60 l’ora la singola giornata di costa quasi come l’intero mese (ma sempre meno della multa…)

P.S.2: no, non era mia l’auto, io sono in regola (conoscendomi, compro l’abbonamento intorno al 15-20 del mese precedente)

venerdì 8 giugno 2012

Almeno Fufi sta comodo

C’è chi viaggia in modo terribilmente organizzato. Curiosa ed interessante è la sistemazione di questo cagnolino su un treno locale, con tanto di copertina (morbida per lui, pulita per chi si siederà dopo di lui). Complimenti alla proprietaria per la pianificazione e per l’attrezzatura.

cane comodamente seduto sul treno

L’unico rilievo che mi sento di fare è lo stato del resto del treno, con tutti i sedili occupati e parecchia gente in piedi.

Non credo che il cane abbia pagato il biglietto, ma la gente in piedi certamente sì.

La prossima volta, oltre ad organizzazione ed attrezzatura, magari converrà aggiungere un po’ di buonsenso e di rispetto per gli umani?

gente in piedi

venerdì 10 febbraio 2012

Neve: un’occasione perduta

Mi dispiace. Da anni sono un sostenitore dei trasporti pubblici. Non per principio o per ideologia, ma per esperienza diretta: in 25 anni di pendolarismo le ho provate tutte: auto, autobus, treni (sia GTT che Trenitalia, per non farmi mancare nulla). Ed alla fine, la comodità di muoversi con l’auto “sotto le natiche” non è sufficiente a compensare lo stress, il rischio di incidente, il costo. Ed il tempo di viaggio è pressoché equivalente, in condizioni normali, e circolando nelle zone cittadine ben servite (che, ahimè, non sono tutte).

Fiocchi notturniNel momento in cui la circolazione diventa difficile (facciamo un esempio tanto per restare in tema: a causa di nevicate e temperature rigide), il vantaggio del trasporto pubblico dovrebbe essere ancora maggiore… nessun problema di parcheggio, corsie riservate, mezzi (presumibilmente) attrezzati, il ferro dei binari non patisce la neve, ecc ecc. Ed in effetti, origliando in stazione, molte persone hanno lasciato a casa l’auto e hanno provato a mettersi in viaggio con in mezzi.

Un’occasione che avrebbe potuto “convertire” molte persone ad una mobilità diversa.

Se solo non avessimo fatto di tutto per scoraggiarli… E’ inutile e noioso ricordare tutti i disservizi, dagli scambi ferroviari gelati, ai binari non puliti, alle stazioni della metropolitana allagate, ai locomotori guasti, agli scioperi non revocati, ai mezzi insufficienti, ai ritardi ingiustificati, …

Il ritornello è monotono: causa neve (nelle strofe pari) e causa ghiaccio (nelle dispari). Solo che neve e ghiaccio non sono cause, sono eventi atmosferici. Le cause sono i sistemi non attrezzati e non dimensionati per gestirle. Perché, è bene ricordarlo, questo inverno si tra comportando abbastanza nella media per il Piemonte.

Peccato. Poteva essere una buona occasione.

 

P.S. tutta la mia solidarietà per le regioni che, invece, sono state colpite veramente e duramente dal maltempo, rimanendo isolate, senz’acqua e senza energia. Ma non si tratta di Torino né Roma.

giovedì 2 febbraio 2012

Ferrovia MI * TO

Solitamente la grafia standard è MI-TO, e sta ad indicare il forte legame tra Milano e Torino.

Oggi, invece, lo si deve scrivere come MI * TO, con l’asterisco che rappresenta un fiocco di neve ed indica la completa separazione ed isolamento delle stesse.

Infatti, sin da questa mattina, il numero di treni soppressi nella tratta Torino-Milano (e viceversa) è stato esagerato, e quelli circolanti avevano ritardi che variavano tra i 150 minuti (quello che ho preso stamattina) all’”imprecisato” (termine tecnico che significa che non ho idea se, come e quando arriverò a casa stasera). Vale per i regionali, ma anche per le Freccerosse.

Le motivazioni, ovviamente, sono a vostra scelta “neve”, “maltempo”, “guasto tecnico”, … E questa sera tutti i TG a raccontarci che non si è mai vista tanta neve dal 1985. E molti di noi si convinceranno che è normale che 30 cm di neve paralizzino il Nord Italia.

In gergo internettiano, si chiamerebbe #epic #fail. Le altre parole che mi vengono in mente, invece, non le posso scrivere.

lunedì 12 settembre 2011

La Metro a Porta Susa

Molto è stato scritto sull’apertura della stazione della metropolitana torinese a Porta Susa, dagli articoli ufficiali incensatori, alle contestazioni in merito alle autorità presenti.

In effetti l’architettura della nuova stazione è decisamente piacevole (superando il disagio dovuto al fatto di vederla praticamente vuota), e sa molto di uno di quegli esperimenti sulle biosfere indipendenti, con la sua cupola a vetri. Cupola che, immagino, sarà un delirio dal punto di vista energetico: effetto serra d’estate, con conseguente effetto di moltiplicazione dell’afa, e parete frigo d’inverno, in cui se va bene si riesce a pareggiare la temperatura esterna. O spenderanno ingenti quantità di energia per raffrescare e riscaldare, oppure è l’ennesima occasione persa nella costruzione di edifici energeticamente efficienti… e pensare che costruendo ex-novo non sarebbe così difficile.

Ma intendo parlare di un aspetto che mi tormenta maggiormente: la comunicazione. Tutti ormai sanno che la segnaletica interna era carente e fuorviante, tanto da causare smarrimento dei viaggiatori occasionali (testimoniabile quotidianamente), diverse lamentele su Specchio dei Tempi, nonché addirittura sopralluoghi dell’assessore Bonino.

Con l’apertura del collegamento Stazione FS – Stazione Metro, ovviamente, la cartellonistica interna è stata modificata. Devo dire che, rispetto alla versione precedente, la segnaletica attuale è decisamente più chiara, e vi è un maggiore numero di cartelli.

Cartello Metro a sinistraCartello Stazione a destra

Cartello Stazione avantiCartello Stazione torna indietro

Finalmente risulta chiaro che per andare verso la Metro devi uscire dal sovrappassaggio A, mentre per tutto il resto dal D. Sono anche scomparse le frasi in burocratese. Addirittura le lettere A e D sono blu su sfondo bianco rotondo, che magicamente coincide con la stessa simbologia utilizzata nei sovrappassaggi stessi. Quale miracolo di coerenza….!

L’unico aspetto incerto sono i rettangoli di colore arancione che fanno da sfondo al cartello. A prima vista sembra uno cerca di correlarli con le scritte soprastanti, ma non ha senso. Allora si convince che hanno il semplice ruolo di sfondo (o wallpaper). Solo che non si capisce che cosa siano. Solo chi ha un forte allenamento può riconoscere (forse… non lo so…) la schematizzazione della struttura (in profilo, credo) della nuova stazione. Mah, è talmente poco chiaro, poco informativo, e tutto sommato inutile, che potevano francamente evitarlo. Ed avrebbero anche evitato l’impressione di avere ri-utilizzato dei cartelli esistenti, cancellando malamente un disegno precedente…

mercoledì 20 luglio 2011

Lama d’Acqua e Alabarda Spaziale

Nelle ultime settimane, nella nuova stazione di Torino Porta Susa, sempre ricca di imprevisti e novità (perché non l’avevano pensata bene fin dall’inizio), sono comparsi degli strani cartelli:

Lama d'acqua - Attraversare in caso d'incendio

Non saprei dire se sia più esilarante o più inquietante. Però non ho potuto fare a meno di vedermi Goldrake che, in caso di incendio, entra in stazione volando ed attivando la sua nuova arma, la lama d’acqua.

A parte gli scherzi, la lama d’acqua (o water curtain) è un getto ottenuto con particolari ugelli, che tendono a creare un flusso d’acqua continuo (come una tenda o una parete), che può avere lo scopo di isolare un incendio o comunque di avere un effetto di raffreddamento su un locale. Quando ti sei dimenticato, nel progetto, di inserire delle porte tagliafuoco…

martedì 7 giugno 2011

Come in via Roma

Macchine distributrici sul marciapiede di stazioneEd in effetti la stazione di Chivasso (come la maggior parte delle stazioni in Italia) è posta al termine di una via Roma.

Sarà per questo che i prezzi applicati dalle macchine distributrici di bevande da poco poste ad ingombrare i marciapiedi di stazione sarebbero più adeguati ad un bar di via Roma (quella dei negozi del centro di Torino) che non ad un binario di stazione provinciale.

Infatti ecco alcuni dei prezzi:

  • acqua naturale, 1/2 litro: € 1,00 (al Politecnico costa € 0,30 – rincaro del 233% rispetto ad un prodotto identico, venduto in un luogo con passaggio di persone di entità confrontabile)
  • caffé € 0,60 (al Politecnico € 0,30 – rincaro del 100%)
  • cappuccino € 0,80 (al Politecnico € 0,30 – rincaro del 166%).

Ma vuoi mettere l’ambiente esclusivo e raffinato offerto dai sudici binari?

Bottigliette d'acqua in vendita a € 1,00

Prezzi delle bevande: caffé € 0,60, altre bevande € 0,80

giovedì 26 maggio 2011

Qualcuno ci salvi dal marketing in stazione!

Sono nella stazione FS (pardon, RFI) di Chivasso, per il solito cambio treno in coincidenza. Coincidenza che ovviamente è saltata, per un ritardo di oltre 15 minuti accumulato dal locale proveniente da Ivrea. Ma non è questa la notizia.

Ho appena scoperto che la stazione è stata dotata di due novità, di cui avrei fatto volentieri a meno:

  1. distributori automatici di bevande e panini, tutti rigorosamente con prezzi gonfiati, posti sui marciapiedi dei binari
  2. diffusione audio, a volume sparato e fastidioso, dell’inutile “radio FS”, che crea un sottofondo di indottrinamento veramente odioso sulla bontà e beltà delle offerte FS.

In compenso, le macchine obliteratrici continuano ad essere assenti dai binari, i pannelli informativi sono fuori uso (Visualizzano: Avaria sistema), i passeggeri (pardon, clienti) devono continuare a fare gimkane per accedere al binario 6, …

Certamente il marketing costa meno e rende di più rispetto alla qualità dei servizi. O no?

martedì 17 maggio 2011

Binario 6: la trama per un b-movie

Continuano le quotidiane scene di ordinario attrito riguardo al famigerato binario 6 della stazione di Chivasso, sulla cui collocazione logistica, creata ad arte nel modo più scomodo e disagevole per l’utenza, ho già scritto.

In questi giorni ho potuto apprezzare le varie forme di questa guerra tra sfigati (viaggiatori da un lato, macchinisti e capotreni dall’altro):

  • viaggiatori che, talvolta a rischio della propria vita, decidono di attraversare i binari dove invece ciò non è permesso
  • capotreno che litiga con i viaggiatori, minacciando di lasciarli a piedi e lamentando che stanno facendo ritardare la partenza (…trascurando il fatto che devono fare 800 metri anziché 40 metri per il cambio di binario), con tanto di dialogo del tipo «ma che ha da fischiare?» «si sbrighi se no la lascio a piedi» «ma che razza di coincidenza è questa?» «se non le sta bene, chiamo Roma e le faccio parlare con i responsabili»…. surreale…
  • passeggeri che dottamente disquisiscono sul fatto che sia più opportuno per il treno fermarsi un po’ più avanti o un po’ più indietro (pur sapendo che delle loro opinioni nessuno mai si occuperà)
  • turisti stranieri che, per andare da Torino ad Aosta, rimbalzano più o meno casualmente tra i binari 4, 5, 6, non capendo mai quale treno prendere, ma sicuramente percorrendo chilometri a piedi tra il disinteresse del personale di stazione.

Quasi quasi ne esce una sit-com di serie B…