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venerdì 21 dicembre 2018

Fidarsi è bene?

Cari amici celiaci, di fronte ad un menù natalizio che espressamente prevede molti alimenti senza glutine, non c’è che da rallegrarsi.Certamente è un segnale di attenzione da parte del ristoratore.

Menù di Natale

A guardar meglio però, qualche dubbio sorge: voi vi fidereste del cibo preparato da chi non sa scrivere correttamente la vostra intolleranza?

lunedì 27 giugno 2016

Piccola Odissea digitale nei libri

I libri scolastici sono una delle cose più difficili da acquistare. A volte vengono segnalati dai docenti dei testi non ancora disponibili sul mercato. Quasi sempre le librerie non li hanno in giacenza, e devono ordinarli. Molti dei negozi on-line non trattano la categoria dei libri scolastici, e quando lo fanno i tempi di spedizione e di consegna non sono quasi mai garantiti.
La salvezza, spesso è andare alla fonte, al sito dell'editore, ed acquistare da lì. È ciò che ho provato a fare oggi con un testo si Simone Scuola Editore.
Nell'ordine, le disavventure sono state:

  1. Cliccando su "Acquista cartaceo" (l'equivalente di "Aggiungi al carrello", ma usare l'etichetta universalmente nota sembrava troppo banale), il sito non funziona, e visualizza il testo di un errore PHP (sì, il testo dell'errore all'interno dell'HTML della pagina -- si trattava di un errore di sintassi). Questo succedeva ieri sera, ed anche stamattina.
  2. Oggi cerco gli indirizzi di contatto dell'editore, e scrivo loro una mail spiegando l'accaduto, e dicendo che sono intenzionato ad acquistare il libro, ma non ci riesco. Ovviamente nessun utente del sito riesce ad acquistare nessun libro, visto l'errore presente.
  3. In giornata ricevo una mail di risposta. Anzi no, non un vero "reply" al mio messaggio. Ricevo una mail da un utente di gmail.com, con oggetto vuoto, che senza citare la mia richiesta né il nome dell'editore, mi rassicura dicendo che ci sono degli interventi in corso (in produzione, dove sennò?), e che ora posso procedere all'acquisto.
  4. Torno sul sito, e finalmente il bottone funziona. Forse. Un po'. Il bottone "Acquista cartaceo", infatti fa comparire sulla destra un riepilogo del carrello, con un ulteriore bottone per procedere all'acquisto. Da notare che non c'è alcun modo per andare al carrello, se non cliccando su "Acquista" (e quindi duplicando l'acquisto richiesto. Duplicando la riga, e non aumentando la quantità, tanto le primary key non le hanno ancora inventate).
  5. Volendo confermare l'acquisto, vengo portato ad un sito diverso (quello principale dell'editore), il quale mi richiede una serie di dati (nome, indirizzo, codice fiscale, ecc.). Ovviamente il mio sesto senso mi ha impedito di inserire i miei dati di carta di credito in un sito così farraginoso, per cui ho optato per il pagamento via PayPal. Cioè, avrei optato.
  6. Dico "avrei" perché, giunti alla conferma, ho notato che il costo totale era pari alle sole spese di spedizione. Come, il libro è gratis? No, il libro proprio non c'è. Il carrello era vuoto, inesistente, con zero elementi. Più le spese di spedizione (si sa, il vuoto è difficile da trasportare). Ferma tutto.
  7. Riprovo tutto il processo più volte (con il "carrello" del primo sito che si riempie di copie dello stesso libro, ed il "carrello" del secondo sito che rimane imperterritamente vuoto). Niente. Il contenuto del carrello non si trasferisce.
Quando è troppo è troppo. Domani faccio un salto nella libreria vicino a casa. Risparmierò anche le spese di spedizione (tanto il prezzo di copertina è uguale).
E quando mi parlano di digital divide, devo ricordarmi che si tratta di cultura, capacità imprenditoriale, comprensione dei problemi, corretta implementazione, ecc ecc, e quasi per nulla di capacità di banda.

martedì 19 maggio 2015

Senza il quattro

Tre. Come 3. Come 1+1+1. Come Three. Trois. Tres Drei Três τρία 0011.

Ormai è del tutto dimostrato che 3 è il massimo numero di oggetti di cui riesco a tenere traccia nei miei spostamenti. Borsa + Ombrello + Telefono. Oppure Chiavi + Caffè + Computer. Oppure Busta + Giacca + Zaino. E così via.

Parlo di oggetti di primo livello, ossia quelli che devono essere gestiti direttamente con le mani. Gli oggetti di secondo livello, ossia quelli nella borsa, o in tasca, non contano: se ne stanno lì, buoni, e non li devo gestire. Ma appena li dovessi estrarre, rientrerebbero nel conteggio.

3_4La regola funziona così: fino a 3 oggetti di primo livello, si possono facilmente gestire, trasportare, e nessuno di essi va perso. Dal quarto in poi, esistono fortissimi rischi che uno di essi venga dimenticato, perso, o trasportato in un universo parallelo.

Quando piove, ed ho un ombrello, se prendo il caffè non devo estrarre il telefono dalla tasca. Altrimenti Ombrello+Telefono+Caffè+Borsa faranno sì che dimenticherò l’ombrello alla macchina del caffè, oppure verserò il caffè sul telefono, o dovrò tornare indietro a riprendere la borsa. E se devo trasportare una borsa aggiuntiva, guai a togliermi la giacca e pensare di tenerla in mano, in quanto Borsa+Giacca+Altra Borsa mi impedirebbero qualsiasi altra azione, come estrarre le chiavi o il telefono.

Capita la regola, si riesce a convivere, e ad anticipare certe azioni per rimanere nella zona di sicurezza.

Il mio numero è tre. Chissà se per altri è più alto?

venerdì 3 ottobre 2014

Download per i pronipoti

Effettivamente, 420mila anni mi sembrano un po’ troppi da aspettare, soprattutto per le ultime 15 ore. In fondo dovrebbero essere solo 16 zettabyte.

Però, per le immagini dello Student Showcase di Ambient Intelligence, sicuramente vale la pena!

2014-10-02 14_28_45-14030_AmbientIntelligenceStudentShowcase - Dropbox

Si ringrazia la combinazione di Firefox e Dropbox per l’involontaria ilarità.

venerdì 25 aprile 2014

Ci sono due modi per essere guasta

Bilancia con cartello GuastaA volte anche i luoghi piccoli e (relativamente) insignificanti come le stazioncine di provincia possono nascondere degli interessanti misteri. Eccoci a parlare nuovamente della stazione ferroviaria di Chivasso.

Ormai fa parte dell’arredamento la bilancia mostrata nella fotografia, che per 20 modici centesimi ci dovrebbe permettere di pesarci e confrontarci con l’auspicato peso forma.

Il condizionale è d’obbligo perché la bilancia è guasta da innumerevoli mesi, ed infatti il cartello “Guasta” fa bella mostra di sé, scoraggiando ogni interazione con la bilancia stessa (non vorrete mica rischiare di perdere 20 centesimi?).

Ad un certo punto, qualche utente esasperato dal non poter controllare il proprio peso (e, si sa, pesarsi con scarpe, vestiti, borse e zaini indosso rappresenta la condizione ideale), aveva aggiunto una frase come “ma quando la aggiustate?”. La frase non è piaciuta, ed infatti risiedeva sulla parte di foglio che ora vediamo strappata.

Ma la vera rivoluzione, degna di un applauso, è rappresentata dal testo scritto in bianco, difficilmente leggibile, che si può vedere nell’ingrandimento qui sotto.

“Non è vero, funziona gratis”

Cinque parole che cambiano completamente la prospettiva. La bilancia è sì guasta, ma nel modo sbagliato: chiunque può pesarsi senza mettere alcuna monetina. E funziona. Si è guastata nel peggiore dei modi: azzera i ricavi dei gestori, ed offre un servizio completo e gratuito agli utenti.

Non ci avevo mai pensato, a volte un’attrezzatura, da guasta, può funzionare meglio che da integra…

Ingrandimento: Guasta - non è vero funziona gratis

venerdì 21 dicembre 2012

Blackout improvviso dalle lunghe conseguenze

Recentemente sono stato a Bologna, pernottando in un piccolo ed essenziale hotel.

Come spesso accade in Italia, nella struttura non vi era un servizio di Wi-Fi utilizzabile. Neppure a pagamento (altra brutta abitudine italiana): non vi era proprio.

Ed ovviamente sul sito dell’hotel la cosa non è detta chiaramente… si parla in modo ambivalente di connessione internet veloce in camera, ma non si capisce a cosa si riferisca.

Non è grave, ciascun albergatore si regola come crede. Ma essere presi in giro dà un po’ fastidio, visto questo cartello in bella vista sul bancone della reception.

causa improvviso blackout elettrico, la rete wi fi non è disponibile, ci scusiamo per il disagio

Il cartello recita che la rete wi fi non è disponibile a causa di un improvviso blackout elettrico.

Ma di cosa?

In tutto l’hotel la corrente c’è (ascensori, camere, luci, … funzionano a dovere). Ed un blackout, anche se improvviso, dura poco… e quando termina, tutto riprende a funzionare. Eh già, anche gli access point wi-fi riprendono a funzionare.

E non ditemi che è successo qualche guasto proprio pochi minuti fa, che non è stato ancora possibile riparare (ciò lascerebbe intendere l’«improvviso» nel testo): avete avuto tutto il tempo di preparare il cartello, che ha tutta l’aria di essere lì in permanenza…

Evidentemente, la relatività ristretta ci ha giocato uno scherzetto: la velocità della luce, per l’energia elettrica, viaggia molto più velocemente delle onde Wi-Fi…

martedì 6 novembre 2012

Piano tariffario conveniente

Nella spasmodica ricerca di un piano tariffario decente (facendo lo slalom tra i piccoli asterischi e le noticine seminascoste), finalmente il nirvana è stato raggiunto direttamente per intervento della Vodafone.

PianoVodafoneNull

Non è ancora chiaro quale tariffazione preveda il piano “null”, spero che mi permetta di chiamare anche i numeri diversi da zero.

martedì 2 ottobre 2012

Esistono ancora aziende serie

    ReadyNAS DuoQualche anno fa mi sono comprato un NAS da tenere in casa, per scopi di backup dei file e memorizzazione di fotografie e video.
    Avevo optato per un modello a due dischi, configurati in RAID-1 (mirroring, se no che backup è?) e dopo avere spulciato tra diversi modelli, la scelta era caduta sul ReadyNAS Duo della Netgear.
    Montati due dischi da 1TB ciascuno, configurato, connesso alla rete… et voilà, ecco un server SMB, FTP, DLNA, client BitTorrent, ed altre cosucce. Nulla di fenomenale, per carità, è il lavoro che qualsiasi NAS è in grado di fare.
    Ma all’inizio avevo una preoccupazione: il modello Duo era pensato per il mercato “Home”, ed il prodotto era stato lanciato nel 2008 (un paio d’anni prima del mio acquisto). Troppe volte l’esperienza ci insegna che i prodotti informatici (o dell’elettronica di consumo) vengono sostituiti rapidamente da nuovi modelli, ed i modelli precedenti vengono rapidamente abbandonati. Tutti i prodotti ormai possono essere aggiornati mediante nuove versioni del firmware di sistema, ma in molti casi questi aggiornamenti non vengono mai rilasciati.
    Nel caso specifico del mio NAS, esso utilizza un processore SPARC, che nei modelli successivi (come il Duo v2) è stato sostituito da un più attuale ARM, e nei modelli più potenti lascia invece il posto ad un più potente Intel.
    Fate voi i conti: prodotto non più in vendita, vecchio di >4 anni, processore non più utilizzato sui nuovi modelli… ci si aspetta che sia abbandonato dalla casa madre.
    Ed invece no: è arrivata da poco una mail
    Quindi, per una volta, non uso questo blog per lamentarmi di qualcosa, ma anzi per complimentarmi con una casa che supporta i propri utenti in modo serio e continuativo. Lo terrò presente, ricordando che nei nuovi futuri acquisti non deve contare solo il prezzo di vendita…

    sabato 1 settembre 2012

    Traduttore Russano Cercasi

    Era prevedibile, facendo scalo all’aeroporto di Parigi Charles De Gaulle. Anche con 5 ore di coincidenza (un’eternità, nella desolazione del terminal 2G), sono riusciti a perdermi uno dei 5 bagagli.

    Non è la prima volta, ormai conosco bene la procedura, ed infatti il giorno successivo ti informano di averlo ritrovato.

    Questa volta con un’innovazione, però: inviano l’informazione via e-mail (così non devi più fare polling telefonico).

    Stranamente, sembra che per riavere la valigia si debba superare un esame di lingue, anzi di 3 lingue diverse, in cui bisogna redigere un breve componimento.

    Per il Giapponese ed il Coreano forse posso cavarmela con Google Translate, ma il Russano qualcuno di voi lo conosce?

    Consegna del suo bagaglio

    venerdì 11 maggio 2012

    Ostaggio di Flash

    No, non è Flash Gordon che è improvvisamente passato dalla parte dei cattivi e si è messo a rapire esseri innocenti ed indifesi. Sto parlando di Adobe Flash, la più seccante buona idea nel web.

    Dopo avere fornito agli sviluppatori di siti gli strumenti per fare le “brochure animate” più terribili, dopo avere abilitato l’intera industria dei video su Internet, dopo avere permesso la creazione del concetto di “browser game”, la tecnologia Flash continua ad essere una delle più dibattute ma tuttora indispensabile.

    Ovviamente, spesso non si rende simpatica, soprattutto recentemente, quando la frequenza degli aggiornamenti richiesti si è fatta sempre più incalzante.

    Probabilmente l’installer di Flash ha raccolto questi miei sentimenti nei suoi confronti, ed in effetti si è offeso segnalandomi un errore (che però non esiste), facendomi il muso (vedi il “not responding”) e non permettendomi neppure di lasciar perdere o riprovare (vedi il Quit disabilitato). Qualcuno mi liberi!

    no error information Flash

    giovedì 19 aprile 2012

    Autocompletamento incompleto

    Ormai sui siti web è normale disporre della funzionalità di auto-completamento, o di auto-correzione, come ad esempio nella scelta degli aeroporti nei principali siti di viaggi.

    Scelta dell'aeroporto (con auto-completamento)

    Uno dei vantaggi, oltre al fatto di non dover scrivere per esteso il nome, è che il testo “auto-completato” sarà sicuramente corretto, perché viene inserito automaticamente dal sistema.

    Sicuramente corretto, quindi. O no? Perché nella pagina successiva, il sistema non era più sicuro di sé stesso…

    Impossibile trovare aeroporti... ma il nome è identico

    Ho provato tutte le paia di occhiali a mia disposizione, ma non sono riuscito a trovare le differenze…

    venerdì 10 febbraio 2012

    Neve: un’occasione perduta

    Mi dispiace. Da anni sono un sostenitore dei trasporti pubblici. Non per principio o per ideologia, ma per esperienza diretta: in 25 anni di pendolarismo le ho provate tutte: auto, autobus, treni (sia GTT che Trenitalia, per non farmi mancare nulla). Ed alla fine, la comodità di muoversi con l’auto “sotto le natiche” non è sufficiente a compensare lo stress, il rischio di incidente, il costo. Ed il tempo di viaggio è pressoché equivalente, in condizioni normali, e circolando nelle zone cittadine ben servite (che, ahimè, non sono tutte).

    Fiocchi notturniNel momento in cui la circolazione diventa difficile (facciamo un esempio tanto per restare in tema: a causa di nevicate e temperature rigide), il vantaggio del trasporto pubblico dovrebbe essere ancora maggiore… nessun problema di parcheggio, corsie riservate, mezzi (presumibilmente) attrezzati, il ferro dei binari non patisce la neve, ecc ecc. Ed in effetti, origliando in stazione, molte persone hanno lasciato a casa l’auto e hanno provato a mettersi in viaggio con in mezzi.

    Un’occasione che avrebbe potuto “convertire” molte persone ad una mobilità diversa.

    Se solo non avessimo fatto di tutto per scoraggiarli… E’ inutile e noioso ricordare tutti i disservizi, dagli scambi ferroviari gelati, ai binari non puliti, alle stazioni della metropolitana allagate, ai locomotori guasti, agli scioperi non revocati, ai mezzi insufficienti, ai ritardi ingiustificati, …

    Il ritornello è monotono: causa neve (nelle strofe pari) e causa ghiaccio (nelle dispari). Solo che neve e ghiaccio non sono cause, sono eventi atmosferici. Le cause sono i sistemi non attrezzati e non dimensionati per gestirle. Perché, è bene ricordarlo, questo inverno si tra comportando abbastanza nella media per il Piemonte.

    Peccato. Poteva essere una buona occasione.

     

    P.S. tutta la mia solidarietà per le regioni che, invece, sono state colpite veramente e duramente dal maltempo, rimanendo isolate, senz’acqua e senza energia. Ma non si tratta di Torino né Roma.

    giovedì 2 febbraio 2012

    Ferrovia MI * TO

    Solitamente la grafia standard è MI-TO, e sta ad indicare il forte legame tra Milano e Torino.

    Oggi, invece, lo si deve scrivere come MI * TO, con l’asterisco che rappresenta un fiocco di neve ed indica la completa separazione ed isolamento delle stesse.

    Infatti, sin da questa mattina, il numero di treni soppressi nella tratta Torino-Milano (e viceversa) è stato esagerato, e quelli circolanti avevano ritardi che variavano tra i 150 minuti (quello che ho preso stamattina) all’”imprecisato” (termine tecnico che significa che non ho idea se, come e quando arriverò a casa stasera). Vale per i regionali, ma anche per le Freccerosse.

    Le motivazioni, ovviamente, sono a vostra scelta “neve”, “maltempo”, “guasto tecnico”, … E questa sera tutti i TG a raccontarci che non si è mai vista tanta neve dal 1985. E molti di noi si convinceranno che è normale che 30 cm di neve paralizzino il Nord Italia.

    In gergo internettiano, si chiamerebbe #epic #fail. Le altre parole che mi vengono in mente, invece, non le posso scrivere.

    domenica 30 ottobre 2011

    Perché le spostano a mano, una ad una

    Volevo appostarmi di fronte questa notte, tra le 2 e le 5, per conoscere l’omino che fa il giro di tutti i bancomat e manualmente ne sposta le lancette.

    Gentile cliente, a causa del passaggio dall'ora legale all'ora solare lo Sportello ATM rimarrà fuori servizio dalle ore 02.00 (ora legale) alle ore 05.00 (ora solare) di domenica 30 ottobre. Ci scusiamo per il disagio.

    lunedì 10 ottobre 2011

    Capacity planning?

    È come sparare sulla Croce Rossa, era facilissimo prevedere che il sito dell’ISTAT per la compilazione del censimento della popolazione non avrebbe retto al “giorno della compilazione”, ieri 9 ottobre 2011.

    Troppi sono gli esempi in tal senso, ogniqualvolta un ministero propone una procedura web, questa puntualmente si intasa il giorno della scadenza. Noi universitari ricordiamo il sito CINECA per il caricamento di progetti PRIN, le aziende ricordano l’invio di richieste di agevolazione (in cui conta il millisecondo del submit, e ci sono addirittura ditte che hanno sviluppato un software distribuito apposito…).

    Nessuna sorpresa, quindi.

    Trovo invece allucinante il tono dei comunicati pubblicati sul sito. Sulla home page compare questo:

    9 ottobre 2011 - Moltissimi cittadini stanno compilando il questionario on line. Ciò potrebbe causare temporanei disservizi. Stiamo provvedendo, ci scusiamo per il disagio.

    ed è accompagnato dal link ad un comunicato stampa (in PDF).

    La news citata sopra è molto deludente. Cosa vuol dire “potrebbe”? È un fatto certo che molti utenti non riescono a compilarlo. In nazioni più civili, questo verrebbe quantificato in termini di ore-lavoro equivalenti perse, qui ce la caviamo con generiche scuse per il disagio.

    Ancora peggio il comunicato stampa, che vale la pena di commentare riga per riga.

    Dal comunicato…. Commenti….

    9 ottobre 2011: al via il 15° Censimento della popolazione e delle abitazioni
    Grande successo di adesioni alla compilazione del questionario via internet

    Certo che è un grande successo, è ovvio, nel 2011 tutte le attività lavorative si svolgono con l’ausilio di Internet, perché gli utenti non dovrebbero preferirla anche in questo caso? Se vogliamo, aggiungiamo l’effetto novità, che spinge le persone a voler “provare” una modalità nuova.
    Magari, a pensarci prima, si potevano spendere meno soldi in tipografia, no?

    Nelle prime ore punte di  500.000 accessi in contemporanea

    Effetto sperato: oooohhhhh!
    Ma non c’è da stupirsi, in fondo si sapeva già prima quante sono le famiglie italiane, no? e che si sarebbero collegati proprio il 9 ottobre non era un segreto da custodire, era solo la scelta più ovvia.
    Al che si aggiunge la disinformazione. Cosa vuol dire “accessi in contemporanea”? pagine al secondo? nuove sessioni al secondo? visitatori unici?

    Sorprendente la partecipazione da parte dei cittadini alla compilazione online del questionario. Già dalle prime ore del mattino, sono stati, infatti, raggiunti picchi di 500.000 collegamenti  contemporanei al sito http://censimentopopolazione.istat.it/.

    Sorprendente”? ma vivete sulla luna? E ricordo che 500.000 è solo pari all’1% scarso della popolazione italiana (diciamo il 2-3% del numero di famiglie). Ci sembra una percentuale “sorprendente” ed inattesa?
    Adesso però parlano di “collegamenti contemporanei” anziché di “accessi”. Sarà la stessa cosa? Non si sa, perché non si curano di dircelo in modo non ambiguo.

    Il grande afflusso di utenti ha creato di conseguenza rallentamenti e difficoltà di
    accesso. Telecom - per conto di Istat – sta lavorando per aumentare la potenza
    del sistema installato.

    Ecco il “di conseguenza”. È lento e non funziona perché siete in troppi. La colpa è vostra. Non dovevate collegarvi.
    Ancora una volta, gli utenti sono percepiti come un fastidio, e non un’opportunità.
    Ho poi seri dubbi che Telecom (fornitore di infrastruttura) possa avere qualche ruolo nell’aumentare la potenza del sistema installato. Se è un problema di capacity planning, non lo risolvi aumentando la banda di accesso. È come risolvere i problemi di traffico di una città costruendo una corsia in più nelle vie di accesso… dove era congestionato, continuerà ad esserlo.
    Bellissimo comunque il ricorso al termine “potenza”, mi evoca una quadriglia di buoi alle prese con un aratro…

    Si ricorda, comunque che per compilare e restituire il questionario  online  - come pure nelle altre modalità previste (riconsegna agli uffici postali e ai centri comunali di raccolta) - c’è tempo fino alla fine dell’anno in corso.

    E perché non l’avete detto prima? E perché la data di scadenza non è scritta sul modulo cartaceo (ma solo sulla lettera di accompagnamento, che nessuno legge)? E perché non è scritta sul sito web, neppure sulla pagina di inizio della compilazione, su cui tutti gli utenti si sono bloccati?

    Veramente un concentrato di schifezze dal punto di vista tecnico (pagare per un sistema che non è chiaramente adeguato) e da quello della comunicazione (classico comunicato per calmare le mandrie, non per spiegare né scusarsi).

    Ma ve lo immaginate Facebook oppure Google che dicono ai propri utenti di scollegarsi perché sono il troppi, e che il messaggio che volevano scrivere o la ricerca che volevano fare possono aspettare fino a domani?

    domenica 18 settembre 2011

    Sempre per problemi tecnici…

    Sempre alla ricerca di nuovi metodi per spillarci soldi facilitare i pagamenti aumentando la sicurezza, nei supermercati Coop è da poco iniziata la promozione di una carta denominata “Ri-Money” (tanto per non sbagliare, scritta anche ri_MONEY oppure ri-money, sempre sul sito e-Coop).

    Non è certo una novità, è una normalissima carta prepagata legata al circuito Visa Electron, colorata con il branding Coop e con qualche agevolazione per i soci Coop.

    Io continuo ad avere disgusto per tutte le iniziative prepagate, in quanto se ti dò dei soldi in anticipo, mi aspetto almeno uno sconto, e non un costo di ricarica o di abbonamento. Ma non divaghiamo.

    La cosa interessante invece è che, dopo pochi giorni dall’inizio della promozione, la vendita della stessa carta è stata sospesa a data da destinarsi, per non meglio precisati “problemi tecnici”. Vedasi volantino.

    Comunicazione Importante: si comunica che a causa di problemi tecnici verrà momentaneamente sospesa la vendita delle carte Ri-Money

    E ci risiamo. Ricordiamo il recente caos alle Poste Italiane a causa di una migrazione ad un nuovo sistema informativo, oppure inspiegabili blocchi dei treni regionali, delle metropolitane, degli svincoli autostradali, …

    È sufficiente una rapida ricerca su Google News per notare quanti disservizi siano sbrigativamente liquidati come problemi tecnici. Sarà che gli utenti sono stati abituati al “prova a riavviare”, ma io non ci sto.

    I problemi tecnici non si generano da soli, non sono creati da interferenze cosmiche. I problemi tecnici sono dovuti ad errori di progettazione, mancata manutenzione, oppure scelte economico-progettuali che hanno portato a prodotti che al loro interno contengono criticità.

    Smettiamola di nasconderci dietro misere scuse e giustificazioni che non sarebbero accettate neppure alla scuola materna, e proviamo qualche volta a costruire dei sistemi e dei prodotti che funzionino bene. Ed esserne fieri. Una volta era questa la definizione che si attribuivano gli ingegneri.

    lunedì 29 agosto 2011

    L’impostazione di default

    Tutto dipende dalle impostazioni di base: le persone si aspettano, per ogni oggetto, prodotto o servizio, alcune modalità di funzionamento “di default”, e per esse non hanno bisogno di istruzioni o indicazioni. Se la modalità di funzionamento non è quella di base, allora è necessario spiegarla.

    Asciugatore a getto di aria calda con scritta "funziona" aggiunta a mano

    È probabilmente ciò che ha pensato chi ha (giustamente) apposto il cartello “funziona” sull’asciugatore (scovato in un bagno del mio Dipartimento). Visto che ci si aspetta che nulla funzioni (l’impostazione di default), allora quando qualcosa, eccezionalmente, funziona, occorre specificarlo. Geniale.

    mercoledì 24 novembre 2010

    Murphy non dorme…

    …e nello scorso week-end è passato a trovarmi.

    Qualsiasi ingegnere (e non solo, direi chiunque abbia a che fare con la scienza o la tecnologia, come utente o come ricercatore o sviluppatore) ha sempre una forte adorazione riverenziale per la Legge di Murphy.

    Ed è per me un onore testimoniare che Murphy ha prestato attenzione alla mia umile persona e dimora, pochi giorni fa.

    Non si potrebbe spiegare altrimenti una contemporanea ed improbabile moria di oggetti tecnologici nelle mie vicinanze. Andando con ordine, nell’arco di due giorni sono passati a nuova vita:

    1. un alimentatore per notebook (originale HP), che poiché presentava in uscita una tensione di 0 V, è stato prti fontamente sostituito con esborso di euro
    2. il circuito di carica del notebook HP che mi aveva fedelmente servito da 4 anni: il PC funziona ancora perfettamente, ma non riceve alimentazione dal trasformatore (neppure da quello nuovo, che a questo punto ho comprato inutilmente, ed è in questi dettagli che si apprezza il genio di Murphy), per cui una volta scaricate le batterie, kaputt… non vi è più nulla da fare
    3. l’alimentatore del PC fisso che avevo in casa (rimasto l’unico disponibile, ovviamente, dopo l’ammutinamento del portatile). O meglio, si è guastata la ventola dell’alimentatore. Ma anche probabilmente il circuito di protezione, per cui a ventola ferma l’alimentatore non si è disabilitato (come dovrebbe), ma a continuato a lavorare producendo calore sufficiente a deformare le parti circostanti. Basta ovviamente cambiare l’alimentatore. Senonché ti fanno sapere che di quella forma e potenza ve ne sono pochi in giro, e sarà difficile (o lungo) trovare il sostituto.
    4. il mattino dopo ovviamente ti svegli di buona lena, intenzionato a comprare il trasformatore (speri ancora di trovarlo al primo colpo) e ad informarti sui prezzi dei notebook (sapendo già che farà male al portafoglio ricomprare un PC intero per un solo integrato morto ma non riparabile perché HP lo posiziona in modo da dover cambiare l’intera scheda madre). Ovviamente tutto il programma della mattina salta perché ti accorgi di avere l’orologio bloccato sull’ora sbagliata. E speriamo che sia solo la batteria…

    L’unica nota positiva, l’unico punto di orgoglio: non ho perso neppure un file, neppure un byte, neppure una mail, neppure un bookmark né in indirizzo di mail. L’ho sempre sentito che essere paranoici sui backup, alla fine, paga. E d’ora in avanti farò più attenzione all’ipotesi implicita che “è troppo improbabile che si guastino due cose contemporaneamente”.