domenica 30 giugno 2019
Risoluzione Infinita
Tutta fiera, la bolletta di SEN (Servizio Elettrico Nazionale), che ancora ricevo in formato cartaceo (sarò retrogrado, probabilmente), mi spinge ad attivare Bollett@ Online, per ricevere le bollette via e-mail anziché via posta. Di per sé nulla di strano (a parte che l’utilizzo del ‘@’ nel nome mi ha fatto ripiombare negli anni ‘90 quando ciò “faceva moderno”. Ehi, mi fanno addirittura lo sconto di 6 euro l’anno! Come perdere questa golosissima occasione?
Ed è anche facile: basta inquadrare il QR code con lo smartphone. Ecco:
Qual è il problema? proprio il QR code. Quel codice è illeggibile. No, non all’occhio umano, ma a qualsiasi smartphone. I pixel sono troppo piccoli, perché il testo contenuto nel codice sarà troppo lungo. Aggiungiamo che viene stampato con una risoluzione scadente, su carta imperfettamente ruvida, ed il risultato è garantito: il codice non ha la risoluzione grafica sufficiente per essere decodificabile.
[Nota: lo ‘zig-zag’ è stato aggiunto per proteggere gli eventuali dati presenti, non fa parte del codice originale]
Questa è una lunga catena di incompetenza: dal programmatore dei sistema di backend, che ha fornito una URL (sarà una URL?) esageratamente lunga (mai conosciuti gli URL shortener), al programmatore che ha adattato il software per la creazione delle bollette, aggiungendo il QR code, senza porsi il problema della dimensione, al grafico che ha impaginato la bolletta senza rendersi conto che stava inserendo un elemento illeggibile, al controllo qualità (ma ci sarà) che probabilmente non aveva idea di cosa fosse il QR code, a parte che era una cosa “moderna” e “digitale”.
C’è questa illusione che il digitale sia infinitamente preciso e privo di errori, ma il concetto base del digitale è proprio la quantizzazione dell’informazione che avviene ad ogni interfaccia tra il mondo digitale e quello analogico. Sono parole troppo difficili. Bisogna pensare. Ed avere persone competenti. Meglio far finta di essere in una puntata di CSI, dove si può zoomare all’infinito in qualsiasi immagine.
lunedì 19 novembre 2018
Lavoriamo per voi
Storia di un piccolo inconveniente: oggi la macchinetta del caffé mi ha rubato 20 centesimi. Ho inserito 50 centesimi, preso una bevanda da 30 centesimi, e non è uscito alcun resto.
Fortunato, io: a fianco c’era il tecnico che stava riempiendo la macchinetta a fianco. Tranquillo, lo dico a lui e tutto risolto: aprirà la macchietta e mi restituirà i miei preziosi 0,20€.
Invece no: il tecnico non può fare nulla sui rimborsi, a meno che non sia autorizzato dalla ditta. Quindi la procedura è questa: io dovrei telefonare alla ditta (numero verde indicato sulla macchinetta), indicare la macchina e spiegare il malfunzionamento. A questo punto la ditta potrebbe credermi (oppure no) e potrebbe autorizzare il tecnico (che nel frattempo sarà andato altrove) a rimborsarmi.
Quando faccio notare che per 20 centesimi non ho voglia di sobbarcarmi tutta questa trafila, il tecnico sbotta che, poiché facciamo tutti così (tradotto: visto che nessuno chiama il numero verde per segnalare i malfunzionamenti), il problema non sarà risolto. Poi, testualmente: “La macchina è evidente che abbia dei problemi, ma se non ci sono segnalazioni non verrà sistemata”.
Domanda molto ingenua: ma se un tecnico sul campo vede degli evidenti problemi, perché non fa lui la segnalazione? (perché non è autorizzato a farla?). Perché ‘N’ utenti devono perdere il proprio tempo per diagnosticare e segnalare guasti che personale affiliato all’azienda già conosce? Perché il cliente deve spendere tempo ed energie per risolvere i problemi già noti al fornitore?
mercoledì 5 settembre 2018
Tip: Open Live Writer
Da parecchio tempo questo blog era fermo. Il motivo principale (oltre alla pigrizia, sempre presente) è che Windows Live Writer (l’ottimo programma della suite Windows Live Essentials di Microsoft pensato per scrivere i post) non è più aggiornato da tempo, ed ha smesso di funzionare su blogger.com per via di una nuova modalità di autenticazione sui server Google.
L’interfaccia nativa di Blogger è troppo spartana ed irritante (oltre a non essere disponibile offline), ed il suo utilizzo supera già la “soglia di sbattimento”. Per cui, piuttosto che adattarsi ad un’interfaccia antipatica, non scrivo. Tanto per ricordarci quanto sia importante l’usabilità di una qualsiasi interfaccia.
Oggi qualcosa è cambiato: ho letto un articolo di PC Professionale (di Antonio Maruccia, disponibile qui) in cui si racconta che la suite Windows Live è ormai scomparso (non più supportato e non più scaricabile dai server di Microsoft). Ma la buona notizia è che l’articolo citava Open Live Writer, un’alternativa open source che raccoglie l’eredità del prodotto Microsoft abbandonato. O, come dicono gli autori: An open source fork of Microsoft's Windows Live Writer.
Adesso, con uno strumento finalmente comodo e flessibile, mi rimane solamente la pigrizia come scusa per non scrivere. Chissà se riuscirò a vincerla?
lunedì 27 giugno 2016
Piccola Odissea digitale nei libri
La salvezza, spesso è andare alla fonte, al sito dell'editore, ed acquistare da lì. È ciò che ho provato a fare oggi con un testo si Simone Scuola Editore.
Nell'ordine, le disavventure sono state:
- Cliccando su "Acquista cartaceo" (l'equivalente di "Aggiungi al carrello", ma usare l'etichetta universalmente nota sembrava troppo banale), il sito non funziona, e visualizza il testo di un errore PHP (sì, il testo dell'errore all'interno dell'HTML della pagina -- si trattava di un errore di sintassi). Questo succedeva ieri sera, ed anche stamattina.
- Oggi cerco gli indirizzi di contatto dell'editore, e scrivo loro una mail spiegando l'accaduto, e dicendo che sono intenzionato ad acquistare il libro, ma non ci riesco. Ovviamente nessun utente del sito riesce ad acquistare nessun libro, visto l'errore presente.
- In giornata ricevo una mail di risposta. Anzi no, non un vero "reply" al mio messaggio. Ricevo una mail da un utente di gmail.com, con oggetto vuoto, che senza citare la mia richiesta né il nome dell'editore, mi rassicura dicendo che ci sono degli interventi in corso (in produzione, dove sennò?), e che ora posso procedere all'acquisto.
- Torno sul sito, e finalmente il bottone funziona. Forse. Un po'. Il bottone "Acquista cartaceo", infatti fa comparire sulla destra un riepilogo del carrello, con un ulteriore bottone per procedere all'acquisto. Da notare che non c'è alcun modo per andare al carrello, se non cliccando su "Acquista" (e quindi duplicando l'acquisto richiesto. Duplicando la riga, e non aumentando la quantità, tanto le primary key non le hanno ancora inventate).
- Volendo confermare l'acquisto, vengo portato ad un sito diverso (quello principale dell'editore), il quale mi richiede una serie di dati (nome, indirizzo, codice fiscale, ecc.). Ovviamente il mio sesto senso mi ha impedito di inserire i miei dati di carta di credito in un sito così farraginoso, per cui ho optato per il pagamento via PayPal. Cioè, avrei optato.
- Dico "avrei" perché, giunti alla conferma, ho notato che il costo totale era pari alle sole spese di spedizione. Come, il libro è gratis? No, il libro proprio non c'è. Il carrello era vuoto, inesistente, con zero elementi. Più le spese di spedizione (si sa, il vuoto è difficile da trasportare). Ferma tutto.
- Riprovo tutto il processo più volte (con il "carrello" del primo sito che si riempie di copie dello stesso libro, ed il "carrello" del secondo sito che rimane imperterritamente vuoto). Niente. Il contenuto del carrello non si trasferisce.
mercoledì 1 giugno 2016
Numeri, non aggettivi
Avevo conosciuto David MacKay anni fa, nel progetto europeo COGAIN. All'epoca non si occupava ancora di tematiche ambientali, ma era evidente dal suo modo di agire e di parlare come fosse una persona amante dell'oggettività dei fatti e della forza della statistica e della teoria dell'informazione nel condurre scelte razionali.
Nel progetto COGAIN, ci aveva presentato il suo progetto Dasher (http://www.inference.phy.cam.ac.uk/dasher/), un approccio terribilmente innovativo alla possibilità di scrivere (comporre testo) da parte di utenti con disabilità motorie. Mi ricordo ancora la sua "demo" nella quale riusciva a scrivere, con una notevole velocità, delle frasi sul suo PC semplicemente "respirando".
Dal gruppo di David, è anche nato il progetto Nomon (http://www.inference.phy.cam.ac.uk/nomon/), un diverso approccio alla scrittura accessibile, sembre basato sulla statistica. Nella sua tesi di dottorato Sebastián Aced ha utilizzato Nomon come spunto di partenza per realizzare dei videogiochi accessibili sviluppando la libreria GNomon (http://elite.polito.it/…/research-topi…/266-accessible-games).
Ovviamente, ora non potrò fare a meno di andarmi a studiare i suoi studi sul clima e sull'energia. Potete trovare on-line, scaricabile gratuitamente e tradotto in molte lingue, il suo testo "Sustainable Energy – without the hot air", ossia "Energia Sostenibile - senza aria fritta". Sono 383 pagine dense di dati, affermazioni, ragionamenti e conclusioni spesso contrarie al senso comune ed a ciò che i governi ed i media ci "insegnano" a proposito dell'energia. Attenzione: non si tratta di un libro complottista fuffaro con conclusioni ad minchiam. Si tratta di un libro di scienza, lucido e razionale. E può essere scomodo come solo la lucidità e la razionalità, accompagnate dai dati, possono essere. Consiglio a tutti la lettura (a piccole dosi, ovviamente), o quantomeno lo studio della sintesi breve di 10 pagine (anche in italiano).
Mi unisco incondizionatamente al suo credo: "numeri, non aggettivi". Sogno un mondo in cui questo metodo di lavoro sia applicato a tutti i campi del sapere e della società.
Nota: reposted (extended) from Facebook
lunedì 16 febbraio 2015
Tips: emClient
La posta elettronica è sacra, per molti di noi è una parte essenziale, critica e condizionante della nostra vita lavorativa. Proprio per questo, le modalità di gestione della propria posta elettronica sono affrontate con approcci spesso infervorati, quasi religiosi.
C’è chi preferisce gestire la propria posta su un servizio ‘cloud’ (ad esempio, l’ottimo e diffusissimo gmail), e chi invece preferisce utilizzare un programma installato sul proprio PC (e qui il mondo si divide tra i sostenitori di Outlook e quelli di Thunderbird).
Poi c’è chi, come me, vuole il meglio dei due mondi: un servizio in cloud (accessibile ovunque, supportato da device mobili, affidabile nella gestione dei dati), ma che sia utilizzabile anche da un client su PC (che normalmente ha più funzioni, è più veloce, e permette di lavorare anche in modalità offline).
Anzi, questi due mondi devono fare i conti con il fatto che ormai la posta elettronica non può più essere un servizio a sé stante, ma deve necessariamente essere integrata con il calendario e con i contatti. Non è un problema per i servizi cloud (offrono tutto loro, sui loro server), ma è una complicazione per i client, che devono interfacciarsi con servizi diversi mediante protocolli diversi.
Il mio motto è: back-end sul cloud, front-end ovunque (client mobile, client windows, interfaccia web, …).
Lo storico Thunderbird è eccellente per la gestione della posta elettronica, è sufficiente/discreto nella gestione del calendario (attraverso l’estensione Lightning), ma è assolutamente inesistente per la condivisione dei contatti.
Da un paio d’anni ho trovato, ed utilizzo regolarmente, un programma poco noto ma estremamente completo come funzionalità: si tratta di eM Client.
Il proncipale vantaggio di eM Client è che permette di impostare un account di un provider in cloud (nel mio caso, gmail), e di lavorare localmente sincronizzando tutte le informazioni: cartelle, messaggi, calendario e contatti. In aggiunta, integra anche una funzione di chat. Il setup è di una facilità incredibile (altro che lottare con le extension di Thunderbird), le funzioni implementate sono complete (compresa la posta cifrata con s/mime, la gestione degli eventi ricorrenti, l’allineamento bidirezionale dei contatti, tutte cose critiche per i molti client che ho provato).
Ci sono ovviamente alcuni difetti, come “falsi allarmi” sui contatti (spesso il programma crede che un contatto sia stato modificato, e chiede conferma per poterlo sovrascrivere), la mancanza di scorciatoie da tastiera (questa la soffro moltissimo). Altro difetto: esiste solo per Windows, per cui i miei amici Mac e quelli Linux dovranno cercare altrove.
La versione gratuita è limitata ad un uso personale ed al massimo di 2 account, ma è più che sufficiente per un utilizzo normale. Suggerimento: provate a scaricarla da http://www.emclient.com/ e ad utilizzarla per alcuni giorni.
venerdì 5 settembre 2014
Informatica paranormale
L’informatica è una disciplina molto particolare.
A cavallo tra la scienza e l’ingegneria, tra l’industriale e l’artistico, in realtà ha permesso all’umanità di costruire i sistemi più complessi esistenti al mondo. Non vi è alcun altro tipo di manufatto (grattacieli, centrali atomiche, stazioni spaziali, scegliete voi) che raggiunga la complessità di un sistema informatico.
Ed una scienza tanto avanzata, ovviamente rischia di essere confusa con la magia (parafrasando la citazione del grande A.C. Clarke).
Questo deve avere pensato l’algoritmo di “ad targeting” che ha scelto i link pubblicitari da inserire in una pagina che stavo visitando: tra i “Tech Jobs” proposti, il primo in assoluto è relativo al ruolo di “Cartomante esperta”.
venerdì 6 giugno 2014
45ennali famosi
Pensando agli eventi famosi dell’anno 1969 (45 anni fa) balza alla memoria soprattutto la conquista della Luna da parte dell’equipaggio dell’Apollo 11.
Però un altro evento, inizialmente molto più silenzioso, ma i cui effetti furono molto più dirompenti, avvenne nello stesso anno. Ce lo ricorda questo tweet della IEEE:
#TechHistory: The 1st Internet connection was established today in 1969.
— IEEE (@IEEEorg) June 6, 2014
Si tratta dell’attivazione delle prime connessioni Internet (che all’epoca si chiamava ARPANET), di tipo sperimentale e compiute dai laboratori di ricerca, con finanziamenti del ministero della difesa statunitense.
Il primo messaggio fu inviato dall’università di Los Angeles (UCLA) all’università di Stanford. Molto interessante dal punto di vista tecnologico-storico il rapporto conclusivo sul progetto ARPANET, pubblicato nel 1981.
Complimenti e ammirazione ai veri pionieri che hanno reso possibile molta della tecnologia che oggi diamo per scontata.
sabato 12 aprile 2014
Seminari “Tecnologie per la Disabilità”
Anche quest’anno nel corso di Tecnologie per la Disabilità vengono organizzati numerosi seminari ad opera di docenti ed esperti esterni.
Le tematiche affrontate tratteranno i temi dell'accessibilità, degli ausili (sia tradizionali, sia innovativi), della comunicazione, dell'integrazione lavorativa e saranno tenuti da operatori del settore e/o da persone con disabilità.
Sono previsti i seguenti seminari:
- Venerdì 11/04/2014 ore 16.00: Accessibilità dei sistemi informativi e degli smartphone per non vedenti (M. Vriz, Fondazione ASPHI)
- Venerdì 16/05/2014, ore 16:00: Tecnologie avanzate per disabilità motorie ed il sistema Rewalk (F. Molteni e E. Guanziroli, Ospedale Valduce Villa Beretta)
- Venerdì 30/05/2014, ore 16:00: Comunicazione aumentativa ed alternativa in adulti e bambini (V. Pasian, E. Cane, R. Favole, ASL TO1 e CN1)
- Venerdì 06/06/2014, ore 17:30: Autismo e tecnologie, il progetto Touch For Autism (G. Arduino, ASL CN1)
- Mercoledì 11/06/2014, ore 17:30: Tecnologie e assetti organizzativi per l'integrazione lavorativa (O. Marcotti e F. Levantini, IBM Italia).
I seminari sono aperti a tutte le persone interessate e si svolgeranno presso la sede di Corso Duca degli Abruzzi 24 del Politecnico, in Aula 4.
Il primo dei seminari in programma, tenuto dalla dott.ssa Marina Vriz della Fondazione ASPHI Onlus, ha trattato il tema degli ausili che permettono ai non vedenti di utilizzare le funzionalità di personal computer Windows, Mac OS-X, e di smartphone (iPhone in particolare). È stato presentato l'utilizzo degli screen reader, della sintesi vocale, e delle tastiere Braille.
Al termine dell'intervento, numerose le domande da parte degli oltre 200 studenti presenti, conclusesi con due calorosi applausi di apprezzamento ed affetto per l'esperienza e la conoscenza condivisa da Marina Vriz.
Appuntamento al prossimo seminario: 16 maggio ore 16, quando parleremo di esoscheletri ed ausili innovativi per la riabilitazione motoria con il primario F. Molteni della clinica "Villa Beretta" (ospedale Valduce, Como) e con l'ing. E. Guanziroli, che parlerà dal punto di vista di un ingegnere biomedico.
Maggiori dettagli ed aggiornamenti sono disponibili all'indirizzo http://bit.ly/10Oaph9
lunedì 17 giugno 2013
Tempo laterale sinistro
La fotografia che segue non ha nulla di speciale, non è altro che un (inguardabile) programma televisivo della mattina, fotografato sull’apparecchio TV in una camera d’albergo.
A ben guardare, però, c’è una curiosità in basso a destra. Una scritta che a prima vista non si nota, ma che al secondo sguardo genera perplessità.
Meglio ingrandire per vedere meglio…
A questo punto immagino che i vostri riflessi condizionati, allenati da anni di Settimana Enigmistica consumata in gioventù, siano già al lavoro per decodificare l’arcano significato dei “Minuti Sinistra”.
Molto simile ad un Quesito della Sfinge, ci chiediamo se le maiuscole siano rilevanti alla soluzione dell’arcano, oppure se esistano anche i Minuti Destra, e nel caso anche quelli Alto e Basso, tanto per capire il contesto. Oppure rispolveriamo i quaderni con gli appunti di fisica moderna, visto che probabilmente c’entrerà il continuum einsteiniano, in cui i concetti di spazio e tempo si mescolano e si intrecciano.
Ma ovviamente non è nulla di così complesso. I nostri amici giapponesi della Toshiba (o i loro sottocontraenti chissà dove…) si sono fidati di uno zoppicante traduttore automatico per riportare in italiano il testo, che originariamente doveva essere un ben più sensato “8 Minutes Left”, ossia 8 minuti mancanti [alla fine del programma].
Ovviamente non possiamo dimostrarlo al 100%, visto che Google Translate è un bersaglio mobile, ogni giorno cambia. Ad esempio, oggi, per curiosità, “8 minutes left” viene tradotto come “8 minuti a sinistra”. Invece, stranamente, “8 Minutes Left” (con le maiuscole) fornisce come traduzione un quasi perfetto “8 minuti dalla fine” (io avrei usato ‘alla’).
venerdì 31 maggio 2013
Sensorizziamoci
Da qualche giorno sono fiero utilizzatore di un nuovo gadget sviluppato dai colleghi del CSP. Si tratta di uno zainetto che integra un sensore atto a misurare la qualità dell’aria (direttamente misura la concentrazione di alcuni gas, ed indirettamente ricava le polveri sottili).
Lo zainetto è stato realizzato nel contesto del progetto EveryAware ed è lo strumento “tangibile” attraverso cui avviene la raccolta dei dati ambientali da parte di un insieme di volontari, che nei loro spostamenti aiuteranno a monitorare le caratteristiche dell’aria che respiriamo.
Lo zaino ospita una SensorBox, con a bordo varie tipologie di sensori, ed è interfacciata ad un server per tramite di un’applicazione Android chiamata AirProbe. Maggiori dettagli sull’architettura, sulle funzionalità e sui sensori sono su questa pagina del progetto EveryAware.
Sono curioso di vedere quali dati verranno raccolti, e di confrontare l’aria che si respira in città rispetto a quella dei paesi canavesani. Tanto per alleggerire e motivare le quotidiane fatiche del pendolarismo…