lunedì 16 febbraio 2015

Tips: emClient

La posta elettronica è sacra, per molti di noi è una parte essenziale, critica e condizionante della nostra vita lavorativa. Proprio per questo, le modalità di gestione della propria posta elettronica sono affrontate con approcci spesso infervorati, quasi religiosi.

C’è chi preferisce gestire la propria posta su un servizio ‘cloud’ (ad esempio, l’ottimo e diffusissimo gmail), e chi invece preferisce utilizzare un programma installato sul proprio PC (e qui il mondo si divide tra i sostenitori di Outlook e quelli di Thunderbird).

Poi c’è chi, come me, vuole il meglio dei due mondi: un servizio in cloud (accessibile ovunque, supportato da device mobili, affidabile nella gestione dei dati), ma che sia utilizzabile anche da un client su PC (che normalmente ha più funzioni, è più veloce, e permette di lavorare anche in modalità offline).

Anzi, questi due mondi devono fare i conti con il fatto che ormai la posta elettronica non può più essere un servizio a sé stante, ma deve necessariamente essere integrata con il calendario e con i contatti. Non è un problema per i servizi cloud (offrono tutto loro, sui loro server), ma è una complicazione per i client, che devono interfacciarsi con servizi diversi mediante protocolli diversi.

Il mio motto è: back-end sul cloud, front-end ovunque (client mobile, client windows, interfaccia web, …).

Lo storico Thunderbird è eccellente per la gestione della posta elettronica, è sufficiente/discreto nella gestione del calendario (attraverso l’estensione Lightning), ma è assolutamente inesistente per la condivisione dei contatti.

emclient-logoDa un paio d’anni ho trovato, ed utilizzo regolarmente, un programma poco noto ma estremamente completo come funzionalità: si tratta di eM Client.

Il proncipale vantaggio di eM Client è che permette di impostare un account di un provider in cloud (nel mio caso, gmail), e di lavorare localmente sincronizzando tutte le informazioni: cartelle, messaggi, calendario e contatti. In aggiunta, integra anche una funzione di chat. Il setup è di una facilità incredibile (altro che lottare con le extension di Thunderbird), le funzioni implementate sono complete (compresa la posta cifrata con s/mime, la gestione degli eventi ricorrenti, l’allineamento bidirezionale dei contatti, tutte cose critiche per i molti client che ho provato).

Ci sono ovviamente alcuni difetti, come “falsi allarmi” sui contatti (spesso il programma crede che un contatto sia stato modificato, e chiede conferma per poterlo sovrascrivere), la mancanza di scorciatoie da tastiera (questa la soffro moltissimo). Altro difetto: esiste solo per Windows, per cui i miei amici Mac e quelli Linux dovranno cercare altrove.

La versione gratuita è limitata ad un uso personale ed al massimo di 2 account, ma è più che sufficiente per un utilizzo normale. Suggerimento: provate a scaricarla da http://www.emclient.com/ e ad utilizzarla per alcuni giorni.

venerdì 13 febbraio 2015

Si prega di guardare in alto

È quasi finito. Dopo le lotte, le proteste, le prese di posizione. Dopo i lavori, le gru, le mega-macchine da costruzione. Dopo transenne, deviazioni stradali, sensi unici provvisori a sorpresa. Dopo innumerevoli progettisti, ancor più innumerevoli operai, ed enormemente più innumerevoli spettatori (ammiratori o antagonisti). Il grattacielo Intesa Sanpaolo di Corso Inghilterra è quasi finito.

Nelle ultime settimane si assiste infatti allo scaricamento di arredi, sedie, distributori del caffè, ed altri oggetti per interni, il che lascia presumere che la parte edilizia ed impiantistica siano completate.

Nuovo marciapiede a fianco del grattacielo

Contemporaneamente, anche le sistemazioni esterne iniziano ad assumere la forma definitiva: la viabilità è ormai sgombra dalle aree di cantiere che l’avevano soffocata per 2 anni, ed è comparso uno spaziosissimo marciapiede (vera manna per coloro che si erano abituati ad un quotidiano guado nel fango).

C’è chi lo odia, c’è chi ho ammira, ma nessuno riesce a sottrarsi dal guardare verso l’alto, passandoci a fianco.

Direi che i progettisti sono così sicuri che lo sguardo dei passanti sia volto verso l’alto, che non si sono curati di realizzare il marciapiede in modo decente. Per una volta, fate l’esercizio di guardare verso il basso ed esaminare la pavimentazione in pietra.

Troverete pietre sconnesse, molte scheggiate o fratturate, alcune lisce ed altre più grezze, con scalini anche di 1 cm tra pietra e pietra. Troverete le fughe a larghezza variabile (tanto che stanno pensando di utilizzarle per la nuova versione di /dev/random), le macchie di olio (si sa, perenni) e pneumatici. Troverete le pietre intorno alle piante quasi sempre spezzate o fessurate.

Nulla di grave, per carità, basta fare attenzione e non inciampare. Però, per un’opera faraonica, anche i dettagli (e, guarda caso, gli unici dettagli fruibili dai cittadini) dovrebbero essere a regola d’arte. Basta fare 4 passi, attraversare via Cavalli, e confrontare il marciapiede di fronte al palazzo della Provincia, alle uscite della stazione di Porta Susa. Ecco, quello è un marciapiede ben fatto.