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sabato 16 marzo 2019

Pigrecate

Anche quest’anno è appena passato il 14 marzo, che internazionalmente è il giorno dedicato a PiGreco (3.14). Il bello di questa ricorrenza è che si sentono ripetere molte scemenze pseudo-matematiche. E molti ad applaudirle a bocca aperta, dimostrando di non voler applicare la dose minima di ragionamento e senso critico.

La mia preferita? il fatto che PiGreco, poiché è un numero trascendente, e come tale ha un’espansione decimale infinita e non periodica, comprenderebbe nella sua espansione qualsiasi sequenza di cifre (quindi anche il tuo compleanno, il tuo saldo in banca, il numero di telefono di Belen, il risultato della prossima estrazione del SuperEnalotto, e così via). Molto poetico ed ispiratore, ma purtroppo falso (o meglio, non è noto se sia vero).

Ricordiamo i fatti (mi scusino i matematici veri per le semplificazioni):

  • è vero che l’espansione di PiGreco è infinita
  • è vero che tale espansione non è periodica (ossia non esiste una sequenza di cifre che, da un certo punto in avanti, si ripete sempre uguale)
  • queste proprietà sono valide in qualsiasi base si esprima il numero.

Ma l’infinito è grande. Il fatto che ci siano infinite cifre, sempre diverse, non implica che una determinata sequenza debba necessariamente essere presente. Posso andare avanti con infinite cifre senza mai ripetermi ed evitando sempre (ad esempio) la sequenza 111222333444.

Dimostrazione:

  • Esprimete PiGreco in base 9. PiGreco=3,124188124074472… (fonte OEIS)
  • Ovviamente, avrà una espansione infinita e non periodica.
  • Ma, per costruzione, la sua espansione (pur essendo infinita e non periodica) non conterrà mai la cifra ‘9’ (che in base 9 non esiste)
  • Ora, rileggiamo il numero in base 10 (non vale più PiGreco, ma non importa)
  • Avremo una sequenza numerica infinita, non periodica, che non conterrà mai ‘9’ né alcuna sequenza che contenga ‘9’.

Quindi non è detto che un numero trascendente possa contenere ogni possibile sequenza. Per poterlo dire sarebbe necessario ipotizzare in più che PiGreco sia un Numero Normale (il che non è al momento ancora noto), ed anche il tal caso sarebbe vero solamente in senso statistico (la probabilità di trovare una sequenza tende al 100%).

Se vogliamo costruire un numero che contenga ogni possibile sequenza, c’è un metodo molto più semplice (anche se meno poetico-evocativo):

0, 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 … 98 99 100 101 102 … 999 1000 1001 … (Ha anche un nome: è la costante di Champernowne)

È un po’ lungo, e decisamente noioso, ma tanto l’infinito è grande e c’è spazio per tutti… prima o poi troverai il numero che ti serve.


P.S. se ho commesso degli errori matematici, sarei ben lieto di essere corretto.

lunedì 14 gennaio 2019

The cat black

The cat black? Orrore! Lo sanno tutti che in inglese gli aggettivi vanno prima del nome: The black cat è la forma corretta. Sarà probabilmente una regola che vi hanno insegnato alla terza lezione di inglese.

Lo sanno tutti!

Lo sanno tutti?

Beh, probabilmente non i curatori di questa campagna di sconti, che hanno stampato probabilmente decine di migliaia di “shopping bag reusable and recyclable”.

Per fortuna che hanno precisato “Made in Italy”, manca forse il “and written in Ital-inglisc”. Sicuramente gli sconti li hanno fatti sui traduttori…

2019-01-09 09.09.27

mercoledì 9 gennaio 2019

Tasto “Ricarica”

La vita del pendolare GTT è ormai appesa alle mitiche macchinette bippatrici di colore blu, con le quali convalidare in modalità contactless il proprio biglietto o abbonamento.
Alcune di queste, posizionate nelle stazioni, possono anche attivare un nuovo abbonamento acquistato on-line o attraverso altri canali (ad esempio, convenzioni aziendali), ricaricando la relativa tessera.
La procedura per ricaricare è autoesplicativa e documentata a caratteri belli grandi sulla macchinetta stessa e, se non bastasse, anche a fianco della stessa.
2018-11-26 18.24.46
Ci sarebbe da chiedersi: perché hanno dovuto scrivere due volte le istruzioni per la ricarica? in fondo è semplicissimo: basta premere il tasto “Ricarica”.
Solo che… il tasto “Ricarica” non esiste, bisogna invece selezionare “Attiva titolo”. Ovvio, no?

venerdì 21 dicembre 2018

Fidarsi è bene?

Cari amici celiaci, di fronte ad un menù natalizio che espressamente prevede molti alimenti senza glutine, non c’è che da rallegrarsi.Certamente è un segnale di attenzione da parte del ristoratore.

Menù di Natale

A guardar meglio però, qualche dubbio sorge: voi vi fidereste del cibo preparato da chi non sa scrivere correttamente la vostra intolleranza?

sabato 12 settembre 2015

Risolvere i problemi, all’italiana

Di fronte a problemi complessi, che coinvolgono persone, città, territori, ma anche investimenti, strategie, pianificazioni, è sempre arduo riuscire ad intervenire. Ancora più arduo intervenire correttamente, ed ancor di più riuscire a farlo tempestivamente.

Quantomeno, nella definizione “classica” della risoluzione di un problema, quanto più esso è complesso, quanto sarà articolata la sua soluzione.

Faccio un esempio: tutti ricordiamo le terribili alluvioni che hanno colpito la Liguria nel 2011 ed ancora nel 2014, devastando strade, abitazioni, automobili, e causando vittime umane. Nell’analisi degli eventi, gli esperti concordavano sulla necessità di complessi ma urgenti interventi alla viabilità, alle strutture idrogeologiche, ed all’urbanizzazione.

Ma gli italiani, si sa, sono creativi. Amano trovare soluzioni originali ai problemi, anche i più complessi. E con la loro creatività riescono anche a scovare soluzioni infinitamente più semplici (ed efficaci?), che a tutti gli altri sfuggono. La creatività italiana, come potremmo farne a meno?

Ed infatti, la soluzione italiana ai problemi degli allagamenti liguri è quantomeno geniale, come testimonia questa fotografia.

cartello stradale di pericolo, con testo: zona soggetta ad allagamenti in caso di forti piogge

Cosa dicevo? problema risolto. È stato sufficiente disseminare cartelli come questi in tutte le strade, e non ci potrà mai più essere alcuna alluvione imprevista.

Come dicevo? Geniale? Appunto.

mercoledì 10 settembre 2014

Per equità e reciprocità

La terza legge di Newton, in una versione adattata e rivista al pressapochismo moderno, recita che ogni cazzata fatta ne genera un’altra uguale e contraria.

Applicando questa legge all’ultimo post sugli occhiali, dove ci siamo scontrati con una traduzione italiana traballante, dovremo necessariamente trovare una traduzione uguale e contraria. Uguale nel senso di ugualmente terrificante. Contraria nel senso che questa volta saranno gli italiani ad avere tradotto un messaggio in una lingua estera. Diciamo una lingua facile, ben conosciuta: l’inglese.

Information: we advise all passenger to validate your ticket, in the green machine, before leaving.

Ovviamente è lodevolissimo l’impegno degli impiegati ferroviari nel cercare di aiutare gli stranieri a districarsi tra la giungla di macchinette, emettitrici, bollatrici, cambiamonete, e chipiùneha. Ma sarebbe stato semplice fermare uno di questi stranieri, magari madrelingua, e chiedere: «si capisce?»

lunedì 1 settembre 2014

Conversazioni all’acqua fresca

Il titolo è da intendersi letteralmente: parliamo di conversazioni che si svolgono presso i distributori pubblici di acqua (ufficialmente dette “punto acqua” o “punto smat”, o ancora “punto acqua smat”, a seconda dei documenti che leggete). Volgarmente detta “la casetta dell’acqua”.

Punto Acqua Smat

L’esperienza di andare a prelevare l’acqua è molto socializzante: si incontrano sempre persone diverse, tutte del paese o del circondario, e nell’attesa inevitabilmente si scambiano quattro parole. O solamente si osservano i comportamenti altrui e se ne origliano le conversazioni.

Una conversazione mi è rimasta particolarmente impressa.

Chi non conoscesse le casette, sappia che vi è un erogatore (rubinetto) di acqua gassata e refrigerata (di solito a pagamento, 0,05 € per 1,5 litri) e due erogatori di acqua naturale (gratuita): uno a temperatura ambiente ed uno refrigerato.

acqua naturale (1)

Di fronte a questi due erogatori, una signora parlava con un’amica, e la discussione verteva sulle etichette: a sinistra “Acqua naturale”, a destra “Acqua naturale refrigerata”.

Stralcio di conversazione:

  • Signora 1: “Chissà che differenza c’è tra le due acque”
  • Signora 2: “Non so, ma io prendo sempre quella refrigerata”
  • S1: “E perché?”
  • S2: “Mio figlio vuole solo quella”.

Non so da che parte cominciare. Se dal significato della parola “refrigerata”, che evidentemente è troppo astruso. Se dal figlio, che non credo che decida di bere 6 litri d’acqua appena ricevuti, e quindi necessariamente l’acqua refrigerata tornerà a temperatura ambiente. Se da entrambi, che non pensano che il frigorifero di casa possa refrigerare l’acqua in ugual modo. O se dalla madre, che supinamente asseconda un capriccio del figlio senza comprenderlo né condividerlo (e dall’età di S2, direi che il figlio poteva essere maggiorenne o giù di lì).

Per evitare dubbi, io ho prelevato acqua gasata.

mercoledì 14 novembre 2012

La ventiquattresima ora… mancante

L’illusione è che le operazioni svolte su Internet non debbano avere limitazioni di spazio e di tempo, e che si possa superare la barriera degli orari di apertura degli sportelli e degli uffici.

Tranne quando vuoi pagare la bolletta ENEL…

image

Ciascuno è libero di realizzare i propri sistemi informativi come crede, però:

  1. perché mandare off-line gli archivi per un ora, ogni giorno, per fantomatiche attività di aggiornamento? provate ad immaginare se gmail vi dicesse “dalle 17.21 alle 18.21 non puoi inviare né ricevere mail”?
  2. se proprio non sono capaci a fornire un servizio 24x7, quantomeno facciano l’aggiornamento dalle 2 alle 3 di notte… oppure lo faranno a mano?
  3. e perché mai deve durare esattamente un’ora? il tempo non dipenderà dal carico di lavoro? e quel “.15” da dove salterà fuori? perché non stabilire un orario più “tondo”?

Da notare che il messaggio è anche ottimistico (= bugiardo). Infatti, non solo non puoi fare pagamenti, ma non puoi neppure consultare i dati delle bollette, neanche quelli storici. In pratica non puoi fare nulla.

Una raccomandazione agli informatici presenti e futuri. Non cadiamo in queste trappole, non cediamo a questi compromessi. Le cose si possono fare per bene! Altrimenti dimostriamo che, di Internet, non abbiamo ancora capito molto.

venerdì 26 ottobre 2012

(Sno)Beata gioventù

Questa mattina, treno di pendolari MI-TO. Giovane ragazza, sui 20, aspetto serio, pulito, ordinato, iPhone e cuffiette. Atteggiamento tranquillo, abbigliamento sportivo impeccabile, non un capello fuori posto.

Sul sedile accanto (nulla di male, il treno non era pieno) borsa, cartellina, quotidiano.

Stazione di arrivo, si alza, prende la sua roba, esce. Lasciando il quotidiano sul sedile.

Un piccolo gesto, ma che indica (1) mancanza di rispetto per chi dovrà riassettare il vagone, (2) mancanza di abitudine alla cura degli ambienti in cui si vive, sia nei confronti di chi verrà dopo di lei, sia nei confronti della raccolta rifiuti, (3) mancanza di considerazione per il costo del giornale, abbandonato lì senza neppure averlo letto tutto (a giudicare dal suo stato, senza averne letto neppure il 10%). Tanto paga qualcun altro. Tanto a sistemare ci pensa qualcun altro.

Per fortuna conosco tanti altri ragazzi, magari più scapigliati o disordinati o chiassosi, ma con più attenzione alle persone ed alle cose che li circondano.

sabato 1 settembre 2012

Traduttore Russano Cercasi

Era prevedibile, facendo scalo all’aeroporto di Parigi Charles De Gaulle. Anche con 5 ore di coincidenza (un’eternità, nella desolazione del terminal 2G), sono riusciti a perdermi uno dei 5 bagagli.

Non è la prima volta, ormai conosco bene la procedura, ed infatti il giorno successivo ti informano di averlo ritrovato.

Questa volta con un’innovazione, però: inviano l’informazione via e-mail (così non devi più fare polling telefonico).

Stranamente, sembra che per riavere la valigia si debba superare un esame di lingue, anzi di 3 lingue diverse, in cui bisogna redigere un breve componimento.

Per il Giapponese ed il Coreano forse posso cavarmela con Google Translate, ma il Russano qualcuno di voi lo conosce?

Consegna del suo bagaglio

domenica 6 maggio 2012

ies ui ar internascional

Per la serie: come l’Italia si presenta agli stranieri.

Ci teniamo a dimostrare sia che parliamo le lingue, sia che siamo ecologicamente avanzati: e quale occasione migliore di un cestino per la raccolta differenziata con spiegazioni anche in inglese? o… “quasi” inglese?

undifferentiated

Addirittura, l’inglese lo conosciamo così bene, che costruiamo nuove parole e le insegniamo agli stranieri che passano da noi.

Se servisse un’aggravante, il bidone in questione si trova presso il terminal internazionale dell’aeroporto di Roma Fiumicino.

venerdì 20 aprile 2012

Lauti pranzi in Alenia

Tutti sanno che il mercoledì pomeriggio, dalle 13:00 alle 17:30, qualche migliaio di studenti, ed una quindicina di docenti, transumano fino alla sede di c.so Marche del Politecnico (presso Alenia) per il pomeriggio dedicato ai “corsi a scelta” del primo anno comune di Ingegneria.

Tutti, tranne i gestori del bar interno alla sede.

Questa fotografia mostra il cibo rimasto a disposizione presso il bar alle ore 12:21 di mercoledì 4 aprile (l’ultima volta che sono passato di lì). Orario che generalmente è considerato ancora buono per il pranzo, anzi di solito il “picco” di presenze si verifica più tardi.

due panini due

Due panini due. Gusti a scelta: cotoletta o nulla. Uno dei due l’ho mangiato io, il secondo il ragazzo che era in coda dietro di me. Tutti gli altri sono rimasti a bocca asciutta.

Ringrazio per il servizio a nome di tutti gli studenti, la cui presenza ed esistenza permette a quel bar di esistere e prosperare. Ma non vale il viceversa.

domenica 4 marzo 2012

Troppo colto o troppo distratto?

Tratto da un volantino appeso all’ingresso del mio Dipartimento.

Ricerca laudeandi

A prima vista, mi è sembrato il solito svarione (ma lo spell checker sarà una tecnologia così avanzata?), visto che “laudeandi” non mi suonava troppo bene. Ma a ben ripensarci, forse sbaglio: linguisticamente, “laude-ando” potrebbe essere qualcuno che si laureerà “cum laude”. Ignoranza mia, non l’ho capito subito… cercano solo laureati con 110 e lode (e che non sappiano usare il correttore ortografico).

A parte l’errore di scrittura (o il neologismo iper-colto, decidete voi), potrebbe essere un’offerta decisamente interessante, visto che la retribuzione sembra essere commisurata alle vostre esigenze. Quindi basta presentarsi e dire “mi serve tot al mese”, per essere accontentati!

 

P.S. preciso che non conosco affatto questa azienda, né mi esprimo sulla qualità o interesse del lavoro offerto. Commento esclusivamente la qualità della comunicazione. D’altra parte, tutte le aziende di successo rimangono anonime, vi forniscono un indirizzo su gmail ed un numero di cellulare.

lunedì 30 gennaio 2012

Rammolliti

Una città. Una città del nord-ovest, la parte continentale dell’Italia. Una città che si vanta della sua vicinanza con l’arco alpino, al punto di ospitare un’olimpiade invernale. Una città dove, tutto sommato, i servizi comunali di pulizia e di trasporto funzionano.

Pupazzo di neve costruito nottetempo nei pressi delle OGRUna nevicata. Nel mese di gennaio, è un evento ordinario. Circa 15-20 cm in pianura, nulla di speciale. Previsti con quasi una settimana di anticipo. Ed addirittura con la cortesia di avvenire nel week-end, senza creare troppi disagi, e di interrompersi in tempo nella serata di domenica, così c’è tutto il tempo di prepararsi per il lunedì mattina.

Il panico. Ordinanze comunali che chiudono le scuole “di ogni ordine e grado”, pubblicate sul web e rilanciate dai mezzi di informazione. Rettori delle due università che sospendono lezioni, esami, esami di stato. Il tutto, ovviamente, si chiarisce non prima delle 10 o 11 di notte, una goduria dal punto di vista organizzativo per le famiglie.

L’unica conclusione è che ci siamo rammolliti tutti. Che senso ha bloccare una città, creare disagio alle famiglie con figli in età scolare, mandare all’aria la programmazione degli studenti universitari (che si sono organizzati, si sono preparati, ed in molti casi hanno organizzato il viaggio)?

Ricordo il mio esame di Analisi Matematica I, nel gennaio del 1987, con la mitica prof. Scarafiotti. Era di lunedì, e nel week-end erano caduti circa 80-100 cm di neve. L’esame si è tenuto regolarmente. Certo, ciascuno di noi si è sobbarcato una piccola epopea per raggiungere il Poli e poi per tornare a casa, ma siamo ancora tutti vivi, ed abbiamo qualche aneddoto divertente da raccontare ai figli. Si tratta solo di organizzarsi ed attrezzarsi.

Ricordo cosa mi disse un collega finlandese, quando gli chiesi come si regolavano in caso di forti nevicate (oltre il metro) e gelate. Mi rispose stupito con un “everything is supposed to run, anyway”. Si suppone che tutto funzioni, quindi (sottinteso) ciascuno di noi fa la propria parte.

Forse fare la propria parte è più difficile che scrivere un avviso su un sito web…

Basta, allora, che la smettiamo di utilizzare termini come produttività, rigore, efficienza, qualità, … visto che evidentemente non ne conosciamo il significato.

lunedì 31 ottobre 2011

Chi ben comincia…

Il “tirocinio formativo e di orientamento non curriculare” è una forma di esperienza lavorativa riservata ai neo-laureati, che possono svolgere un periodo di esperienza di 6 mesi al massimo, entro 12 mesi dal conseguimento del titolo di studio (laurea o laurea magistrale). [DL 138 del 13/11/2011, art. 11] Tale forma di tirocinio non porta a crediti formativi e non è inserito in alcun modo nei percorsi di studi universitari. Chiamiamolo “facoltativo”, per capirci?

Come dire, se sono un’azienda-squalo, posso prenderti appena laureato “in prova” per 6 mesi, pagarti molto poco, e poi gettarti nel bidone dell’umido quando non mi servirai più. Oppure, se sono un’azienda seria, possiamo effettivamente collaborare per un breve periodo con una retribuzione degna (e fortemente detassata), per poi passare ad una regolare assunzione.

Personalmente, non ho mai capito quale debba essere il ruolo dell’università in tutto ciò, visto che i benefici sono tutti per l’azienda, ma l’ateneo sostiene dei costi di gestione ed avalla il “piano formativo” previsto per legge.

Ovviamente si trovano offerte di tutti i tipi, dalle più serie alle più originali. Ha attirato la mia attenzione questo annuncio, posto nei corridoi frequentati dagli studenti di Ingegneria del Cinema.

Ricerca giovani per tirocinio formativo extracurriculare

Credo che avranno serie difficoltà a trovare candidati con l’esperienza richiesta, visto che i software Final Fut e After Effetcs non sono così noti e diffusi come gli usatissimi Final Cut ed After Effects.

Oppure è il rileggere le bozze a non essere più così diffusa come pratica?

sabato 29 ottobre 2011

Puntualità interculturale

Per noi popoli latini la puntualità, si sa, non è il nostro forte.

Solitamente, quando si organizza un evento, ad esempio serale, vi è sempre un orario ufficiale (es. le 20:30) ed un orario entro cui ci si attende che le persone arrivino davvero (es. le 21:00). Addirittura vi è un’espressione apposita, che viene utilizzata esclusivamente in forma verbale: “alle 20:30 per le 21:00”.

La conoscenza del contesto ci fa normalmente capire quale sia l’entità del “margine” di tempo: 5-10 minuti per riunioni/incontri di poche persone, 30 minuti per eventi serali organizzati da associazioni, fino a 60 minuti per manifestazioni più ampie oppure per l’uscita serale dei giovani.

I popoli anglosassoni, anche questo si sa, si trovano a disagio con i concetti “flessibili”, ma in contesti internazionali devono ovviamente adeguarsi e/o gestire la cosa. E producono cose come il curioso invito qui riportato, che ho ricevuto in occasione della cena sociale di un recente congresso.

Conference Dinner - 27 july 2011 - Old Library - 19:15 for 19:30

Gli organizzatori (inglesi) hanno utilizzato la stessa convenzione (informale, non detta e non scritta) del “ritardo accademico” di 15 minuti, e l’hanno formalizzata ufficialmente sul biglietto di invito. La cena era infatti convocata alle “19:15 for 19:30”. Così non hanno rischiato di fare attendere inutilmente i nordici (che sarebbero arrivati puntuali all’ora X) né di veder arrivare in ritardo i meridionali (che sarebbero arrivati all’ora X+15). Anche questa è interculturalità.

A modo loro, hanno risolto brillantemente il problema!

lunedì 10 ottobre 2011

Capacity planning?

È come sparare sulla Croce Rossa, era facilissimo prevedere che il sito dell’ISTAT per la compilazione del censimento della popolazione non avrebbe retto al “giorno della compilazione”, ieri 9 ottobre 2011.

Troppi sono gli esempi in tal senso, ogniqualvolta un ministero propone una procedura web, questa puntualmente si intasa il giorno della scadenza. Noi universitari ricordiamo il sito CINECA per il caricamento di progetti PRIN, le aziende ricordano l’invio di richieste di agevolazione (in cui conta il millisecondo del submit, e ci sono addirittura ditte che hanno sviluppato un software distribuito apposito…).

Nessuna sorpresa, quindi.

Trovo invece allucinante il tono dei comunicati pubblicati sul sito. Sulla home page compare questo:

9 ottobre 2011 - Moltissimi cittadini stanno compilando il questionario on line. Ciò potrebbe causare temporanei disservizi. Stiamo provvedendo, ci scusiamo per il disagio.

ed è accompagnato dal link ad un comunicato stampa (in PDF).

La news citata sopra è molto deludente. Cosa vuol dire “potrebbe”? È un fatto certo che molti utenti non riescono a compilarlo. In nazioni più civili, questo verrebbe quantificato in termini di ore-lavoro equivalenti perse, qui ce la caviamo con generiche scuse per il disagio.

Ancora peggio il comunicato stampa, che vale la pena di commentare riga per riga.

Dal comunicato…. Commenti….

9 ottobre 2011: al via il 15° Censimento della popolazione e delle abitazioni
Grande successo di adesioni alla compilazione del questionario via internet

Certo che è un grande successo, è ovvio, nel 2011 tutte le attività lavorative si svolgono con l’ausilio di Internet, perché gli utenti non dovrebbero preferirla anche in questo caso? Se vogliamo, aggiungiamo l’effetto novità, che spinge le persone a voler “provare” una modalità nuova.
Magari, a pensarci prima, si potevano spendere meno soldi in tipografia, no?

Nelle prime ore punte di  500.000 accessi in contemporanea

Effetto sperato: oooohhhhh!
Ma non c’è da stupirsi, in fondo si sapeva già prima quante sono le famiglie italiane, no? e che si sarebbero collegati proprio il 9 ottobre non era un segreto da custodire, era solo la scelta più ovvia.
Al che si aggiunge la disinformazione. Cosa vuol dire “accessi in contemporanea”? pagine al secondo? nuove sessioni al secondo? visitatori unici?

Sorprendente la partecipazione da parte dei cittadini alla compilazione online del questionario. Già dalle prime ore del mattino, sono stati, infatti, raggiunti picchi di 500.000 collegamenti  contemporanei al sito http://censimentopopolazione.istat.it/.

Sorprendente”? ma vivete sulla luna? E ricordo che 500.000 è solo pari all’1% scarso della popolazione italiana (diciamo il 2-3% del numero di famiglie). Ci sembra una percentuale “sorprendente” ed inattesa?
Adesso però parlano di “collegamenti contemporanei” anziché di “accessi”. Sarà la stessa cosa? Non si sa, perché non si curano di dircelo in modo non ambiguo.

Il grande afflusso di utenti ha creato di conseguenza rallentamenti e difficoltà di
accesso. Telecom - per conto di Istat – sta lavorando per aumentare la potenza
del sistema installato.

Ecco il “di conseguenza”. È lento e non funziona perché siete in troppi. La colpa è vostra. Non dovevate collegarvi.
Ancora una volta, gli utenti sono percepiti come un fastidio, e non un’opportunità.
Ho poi seri dubbi che Telecom (fornitore di infrastruttura) possa avere qualche ruolo nell’aumentare la potenza del sistema installato. Se è un problema di capacity planning, non lo risolvi aumentando la banda di accesso. È come risolvere i problemi di traffico di una città costruendo una corsia in più nelle vie di accesso… dove era congestionato, continuerà ad esserlo.
Bellissimo comunque il ricorso al termine “potenza”, mi evoca una quadriglia di buoi alle prese con un aratro…

Si ricorda, comunque che per compilare e restituire il questionario  online  - come pure nelle altre modalità previste (riconsegna agli uffici postali e ai centri comunali di raccolta) - c’è tempo fino alla fine dell’anno in corso.

E perché non l’avete detto prima? E perché la data di scadenza non è scritta sul modulo cartaceo (ma solo sulla lettera di accompagnamento, che nessuno legge)? E perché non è scritta sul sito web, neppure sulla pagina di inizio della compilazione, su cui tutti gli utenti si sono bloccati?

Veramente un concentrato di schifezze dal punto di vista tecnico (pagare per un sistema che non è chiaramente adeguato) e da quello della comunicazione (classico comunicato per calmare le mandrie, non per spiegare né scusarsi).

Ma ve lo immaginate Facebook oppure Google che dicono ai propri utenti di scollegarsi perché sono il troppi, e che il messaggio che volevano scrivere o la ricerca che volevano fare possono aspettare fino a domani?

domenica 18 settembre 2011

Sempre per problemi tecnici…

Sempre alla ricerca di nuovi metodi per spillarci soldi facilitare i pagamenti aumentando la sicurezza, nei supermercati Coop è da poco iniziata la promozione di una carta denominata “Ri-Money” (tanto per non sbagliare, scritta anche ri_MONEY oppure ri-money, sempre sul sito e-Coop).

Non è certo una novità, è una normalissima carta prepagata legata al circuito Visa Electron, colorata con il branding Coop e con qualche agevolazione per i soci Coop.

Io continuo ad avere disgusto per tutte le iniziative prepagate, in quanto se ti dò dei soldi in anticipo, mi aspetto almeno uno sconto, e non un costo di ricarica o di abbonamento. Ma non divaghiamo.

La cosa interessante invece è che, dopo pochi giorni dall’inizio della promozione, la vendita della stessa carta è stata sospesa a data da destinarsi, per non meglio precisati “problemi tecnici”. Vedasi volantino.

Comunicazione Importante: si comunica che a causa di problemi tecnici verrà momentaneamente sospesa la vendita delle carte Ri-Money

E ci risiamo. Ricordiamo il recente caos alle Poste Italiane a causa di una migrazione ad un nuovo sistema informativo, oppure inspiegabili blocchi dei treni regionali, delle metropolitane, degli svincoli autostradali, …

È sufficiente una rapida ricerca su Google News per notare quanti disservizi siano sbrigativamente liquidati come problemi tecnici. Sarà che gli utenti sono stati abituati al “prova a riavviare”, ma io non ci sto.

I problemi tecnici non si generano da soli, non sono creati da interferenze cosmiche. I problemi tecnici sono dovuti ad errori di progettazione, mancata manutenzione, oppure scelte economico-progettuali che hanno portato a prodotti che al loro interno contengono criticità.

Smettiamola di nasconderci dietro misere scuse e giustificazioni che non sarebbero accettate neppure alla scuola materna, e proviamo qualche volta a costruire dei sistemi e dei prodotti che funzionino bene. Ed esserne fieri. Una volta era questa la definizione che si attribuivano gli ingegneri.

mercoledì 20 luglio 2011

Lama d’Acqua e Alabarda Spaziale

Nelle ultime settimane, nella nuova stazione di Torino Porta Susa, sempre ricca di imprevisti e novità (perché non l’avevano pensata bene fin dall’inizio), sono comparsi degli strani cartelli:

Lama d'acqua - Attraversare in caso d'incendio

Non saprei dire se sia più esilarante o più inquietante. Però non ho potuto fare a meno di vedermi Goldrake che, in caso di incendio, entra in stazione volando ed attivando la sua nuova arma, la lama d’acqua.

A parte gli scherzi, la lama d’acqua (o water curtain) è un getto ottenuto con particolari ugelli, che tendono a creare un flusso d’acqua continuo (come una tenda o una parete), che può avere lo scopo di isolare un incendio o comunque di avere un effetto di raffreddamento su un locale. Quando ti sei dimenticato, nel progetto, di inserire delle porte tagliafuoco…

mercoledì 13 luglio 2011

Ricordate Y2K?

Tutti i problemi legati alla transizione dal 1999 all’anno 2000 ormai sono memoria del passato: tutti gli sviluppatori software hanno rivisto e corretto le vecchie applicazioni, e non faranno mai più gli errori del passato (ossia rappresentare le date con due sole cifre anziché con l’intero anno).

Beh, non proprio tutti…

y2k