sabato 29 ottobre 2011

Puntualità interculturale

Per noi popoli latini la puntualità, si sa, non è il nostro forte.

Solitamente, quando si organizza un evento, ad esempio serale, vi è sempre un orario ufficiale (es. le 20:30) ed un orario entro cui ci si attende che le persone arrivino davvero (es. le 21:00). Addirittura vi è un’espressione apposita, che viene utilizzata esclusivamente in forma verbale: “alle 20:30 per le 21:00”.

La conoscenza del contesto ci fa normalmente capire quale sia l’entità del “margine” di tempo: 5-10 minuti per riunioni/incontri di poche persone, 30 minuti per eventi serali organizzati da associazioni, fino a 60 minuti per manifestazioni più ampie oppure per l’uscita serale dei giovani.

I popoli anglosassoni, anche questo si sa, si trovano a disagio con i concetti “flessibili”, ma in contesti internazionali devono ovviamente adeguarsi e/o gestire la cosa. E producono cose come il curioso invito qui riportato, che ho ricevuto in occasione della cena sociale di un recente congresso.

Conference Dinner - 27 july 2011 - Old Library - 19:15 for 19:30

Gli organizzatori (inglesi) hanno utilizzato la stessa convenzione (informale, non detta e non scritta) del “ritardo accademico” di 15 minuti, e l’hanno formalizzata ufficialmente sul biglietto di invito. La cena era infatti convocata alle “19:15 for 19:30”. Così non hanno rischiato di fare attendere inutilmente i nordici (che sarebbero arrivati puntuali all’ora X) né di veder arrivare in ritardo i meridionali (che sarebbero arrivati all’ora X+15). Anche questa è interculturalità.

A modo loro, hanno risolto brillantemente il problema!

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