martedì 30 ottobre 2012

GTT: i conti tornano (per loro)

Ogni anno arriva. Il tuo fedele abbonamento annuale ai mezzi pubblici (io uso un Formula 5, treno più rete urbana) scade, e lo devi rinnovare.

Ti predisponi psicologicamente per la coda (*) di 30 persone presso il punto GTT di Porta Nuova (ma in realtà erano meno, a quando pare molti stampano il bigliettino e poi se ne vanno…), e ti prepari a pagare in anticipo il prossimo anno di transumanze ed odissee.

Lo sai che i prezzi erano aumentati, in Febbraio 2012 sono state riviste tutte le tariffe (ma tu, con l’abbonamento valido fino ad Ottobre, sghignazzavi beato).

Ti vai anche a rileggere il comunicato stampa della GTT, che parla ottimisticamente di «abbonamenti, i cui incrementi sono molto contenuti» e cita, vantandosene, un «aumento inferiore al 7%».

A parte che 7% è ben al di sopra del tasso di inflazione, ed ancor di più alla rivalutazione dello stipendio di qualunque essere mortale (escluse caste). Vabbé.

Comunque a me qualche calcolo non torna. Fate voi i conti, ma a me da €558 ad €612 risulta un aumento del +9,68%. Quasi 10% in un anno. Ti consoli solamente pensando che la benzina, nel frattempo, è aumentata di più.

Di sicuro, a me, i conti non tornano. Di sicuro, a loro, sì.

annuale gtt

(*) via twitter, il servizio clienti GTT mi ha informato che è possibile anche ordinare l’abbonamento annuale via internet, con consegna a domicilio. Buono a sapersi, per l’anno prossimo.

venerdì 26 ottobre 2012

(Sno)Beata gioventù

Questa mattina, treno di pendolari MI-TO. Giovane ragazza, sui 20, aspetto serio, pulito, ordinato, iPhone e cuffiette. Atteggiamento tranquillo, abbigliamento sportivo impeccabile, non un capello fuori posto.

Sul sedile accanto (nulla di male, il treno non era pieno) borsa, cartellina, quotidiano.

Stazione di arrivo, si alza, prende la sua roba, esce. Lasciando il quotidiano sul sedile.

Un piccolo gesto, ma che indica (1) mancanza di rispetto per chi dovrà riassettare il vagone, (2) mancanza di abitudine alla cura degli ambienti in cui si vive, sia nei confronti di chi verrà dopo di lei, sia nei confronti della raccolta rifiuti, (3) mancanza di considerazione per il costo del giornale, abbandonato lì senza neppure averlo letto tutto (a giudicare dal suo stato, senza averne letto neppure il 10%). Tanto paga qualcun altro. Tanto a sistemare ci pensa qualcun altro.

Per fortuna conosco tanti altri ragazzi, magari più scapigliati o disordinati o chiassosi, ma con più attenzione alle persone ed alle cose che li circondano.

martedì 23 ottobre 2012

Pubblicità appiccicosa

Amo sempre molto coloro che decidono di poter disporre del mio tempo per raggiungere i propri scopi. Se poi si tratta di tecniche di marketing di basso livello, sono ancora più felice!

Una delle tecniche pubblicitarie più antipatiche, anche per le conseguenze sull’ambiente ed il decoro urbano, è quella del volantinaggio nei parcheggi. Talmente antipatica che in diversi comuni italiani vi sono ordinanze che la vietano.

Sarà un’esperienza comune a molti pendolari: sceso dal treno, vai a recuperare la macchina, e trovi sotto il parabrezza un volantino pubblicitario. Molti, purtroppo, li rimuovono e li gettano a terra (atto di inciviltà istigato).

L’ultimo che ho trovato era particolarmente antipatico: il volantino, parzialmente plastificato, e soggetto all’azione della pioggia, ha pensato bene di sfaldarsi ed appiccicarsi al vetro.

Vi assicuro che mentre spenderò mezz’ora a raschiare e pulire, penserò con continuità ed intensità al prodotto pubblicizzato, e non potrò fare a meno di acquistarlo in gran quantità.

Volantino appicciato al parabrezza

martedì 2 ottobre 2012

Esistono ancora aziende serie

    ReadyNAS DuoQualche anno fa mi sono comprato un NAS da tenere in casa, per scopi di backup dei file e memorizzazione di fotografie e video.
    Avevo optato per un modello a due dischi, configurati in RAID-1 (mirroring, se no che backup è?) e dopo avere spulciato tra diversi modelli, la scelta era caduta sul ReadyNAS Duo della Netgear.
    Montati due dischi da 1TB ciascuno, configurato, connesso alla rete… et voilà, ecco un server SMB, FTP, DLNA, client BitTorrent, ed altre cosucce. Nulla di fenomenale, per carità, è il lavoro che qualsiasi NAS è in grado di fare.
    Ma all’inizio avevo una preoccupazione: il modello Duo era pensato per il mercato “Home”, ed il prodotto era stato lanciato nel 2008 (un paio d’anni prima del mio acquisto). Troppe volte l’esperienza ci insegna che i prodotti informatici (o dell’elettronica di consumo) vengono sostituiti rapidamente da nuovi modelli, ed i modelli precedenti vengono rapidamente abbandonati. Tutti i prodotti ormai possono essere aggiornati mediante nuove versioni del firmware di sistema, ma in molti casi questi aggiornamenti non vengono mai rilasciati.
    Nel caso specifico del mio NAS, esso utilizza un processore SPARC, che nei modelli successivi (come il Duo v2) è stato sostituito da un più attuale ARM, e nei modelli più potenti lascia invece il posto ad un più potente Intel.
    Fate voi i conti: prodotto non più in vendita, vecchio di >4 anni, processore non più utilizzato sui nuovi modelli… ci si aspetta che sia abbandonato dalla casa madre.
    Ed invece no: è arrivata da poco una mail
    Quindi, per una volta, non uso questo blog per lamentarmi di qualcosa, ma anzi per complimentarmi con una casa che supporta i propri utenti in modo serio e continuativo. Lo terrò presente, ricordando che nei nuovi futuri acquisti non deve contare solo il prezzo di vendita…

    lunedì 1 ottobre 2012

    Tempestività

    Quando: Oggi, 1 ottobre. Primo giorno del mese.

    Dove: Chivasso, Parcheggio di piazzale Ceresa, nel quale parcheggiano quotidianamente qualche centinaio di pendolari al prezzo di € 7,30 mensili. Relativamente comodo, abbastanza conveniente.

    Ed inevitabilmente qualcuno che non si è ricordato di rinnovare l’abbonamento ci sarà sempre. Soprattutto quando il primo giorno cade di lunedì, tendi a dimenticarti. Ma al mattino non hai tempo di andare in stazione, comprare l’abbonamento, tornare al parcheggio, esporlo in auto, e tornare in stazione per prendere il treno. Sì, perché il bar di fronte al parcheggio, chissà per quale accordo o inciucio, non vende gli abbonamenti dello stesso.

    Ed allora il povero tapino pendolare (essendo pendolare è certamente un tapino) che fa? Spera. Spera che non vengano proprio oggi i controlli. Insomma, si organizza per comprare l’abbonamento al ritorno, così sarà a posto per tutto il mese.

    multa parcheggio

    E invece no. I solerti vigili urbani, evidentemente ben consci del fenomeno, sono passati a controllare ed appioppare dei regalini da € 39,00 ai malcapitati smemorati.

    Intendiamoci: tutto perfettamente corretto, chi lascia l’auto senza il contrassegno sa a che cosa può andare incontro. Però il giro di controllo potevano farlo il giorno 2 o 3, no? In fondo si tratta di abbonamenti mensili. E magari anche in qualche altro giorno del mese, quando ci sono persone che lasciano l’auto in luoghi fantasiosi bloccando i passaggi?

     

    P.S.: pagare per la singola giornata non avrebbe senso: a € 0,60 l’ora la singola giornata di costa quasi come l’intero mese (ma sempre meno della multa…)

    P.S.2: no, non era mia l’auto, io sono in regola (conoscendomi, compro l’abbonamento intorno al 15-20 del mese precedente)

    Finalmente fiero di contribuire

    Passano i mesi, e l’Italia va sempre più a fondo. No, aspetta, si rialza. Anzi no, era solo un rimbalzo, affonda di nuovo. E così via, con l’affondo che è inversamente proporzionale al vituperato spread (ma poi qualcuno mi spiegherà come possano le condizioni oggettive di una nazione oscillare vistosamente più volte al giorno… non è che stiamo usando un indicatore non adeguato?).
    E noi purtroppo ai margini del processo, a chiederci cosa possiamo fare per aiutarci a rialzarci. Le decisioni sono in mano d’altri, ed al cittadino non rimane che fare vigilanza stretta e marcatura a uomo sugli scontrini e le fatture relativi alle piccole spese di casa. Però abbiamo la sensazione che ciò non sia troppo utile, e ci scoraggiamo.
    Ora finalmente ho l’opportunità (non troppo volontaria…) di contribuire, in prima persona, al risanamento dello stato.
    moneta 2 Da oggi, infatti, ogni volta che mangerò pranzo, farò una donazione di ben € 4,33 al nostro bilancio statale. Il valore del buono pasto che, dal primo ottobre, è stato abolito per il personale docente (ed altre categorie). L’infinita saggezza della “spending review” (D.L. 6/6/2012 n.95 convertito in legge n. 135 del 07/08/2012) ha identificato finalmente il vero buco di bilancio: i buoni pasto di qualche euro.
    E posso ripetere questo gesto di risanamento ogni giorno: ogni anno uso tra i 160 ed i 170 buoni pasto: quest’anno potrò quindi contribuire a risollevare l’Italia per circa € 700. Contributo assolutamente determinante.

    Questo post è stato aggiornato dopo la pubblicazione. Avevo confuso la quota a carico del dipendente (€ 2,37) con quella a carico dell'amministrazione (€ 4,33), che è ovviamente quella che contribuisce alla spending review. Ovviamente ora sono molto più felice.