lunedì 13 giugno 2011

Perché l’Italia non è in Europa

O forse lo è, quantomeno geograficamente, economicamente e forse un po’ politicamente. Ma non lo è di certo culturalmente e organizzativamente.

A dire il vero lo sapevo, ma non avendo più viaggiato molto, di recente, me ne ero dimenticato, e mi ero assuefatto al quieto incazzarsi-per-finta e non-far-nulla-sul-serio delle nostre italiche abitudini.

Non sono ancora passate 2 ore da quando sono arrivato in Danimarca, e già ho ricevuto una decina di forti schiaffi morali nel vedere come le cose, dove si vuole, si possono fare funzionare. Ovviamente per capirlo devi provare a muoverti come I locali: da un taxi con aria condizionata le nazioni e le città sono tutte uguali, mentre nei trasporti pubblici e nei bar delle cittadine secondarie respiri realmente l’umore delle persone e l’organizzazione dei servizi.

Qualche esempio?

  • Tutte le macchinette emettitrici di biglietti, per Metro e per i treni locali, accettano tranquillamente contanti, carte di credito, bancomat, anche esteri. L’interfaccia è semplice ed è tradotta in più lingue (inglese e tedesco, oltre al danese, ci sono sempre; talvolta anche altre lingue). E funzionano. Al primo colpo.
  • Se per caso tentenni per più di 30 secondi alla macchinetta venditrice della stazione Metro all’aeroporto, ti si avvicina una simpatica vecchietta che, in inglese, ti aiuta a scegliere il biglietto e pagarlo.
  • Nascosto nella frase precedente: all’aeroporto (dentro lo stesso, senza uscire) c’è la fermata della metropolitana. Che con meno di 5 euro ti porta in centro in 15 minuti. Come deve essere.
  • La metropolitana è identica a quella di Torino. Solo che qui ce l’hanno da 10 anni ed è estesa su 3 linee.
  • In tutti gli incroci regolati da semaforo (tutti!), esiste un avvisatore acustico per i non vedenti (con suoni diversi per il “rosso” ed il “verde”). E’ talmente comodo che dopo un po’ ci fai l’abitudine, e mentre passeggi non devi neppure fare attenzione ai semafori: sono i semafori che fanno attenzione a te, avvisandoti quando sono rossi.
  • Le auto si fermano sulle strisce pedonali. Al punto che un tizio mi ha guardato male perché ero fermo sul marciapiede mentre scrivevo un SMS, ma di fronte alle strisce: lui si è fermato nonostante io non stessi mostrando l’intenzione di attraversare, e mi ha regalato uno sguardo del tipo “ma se non vuoi attraversare allora perché di fermi davanti alle strisce?”
  • Il cestino dell’immondizia nella camera d’albergo è diviso in 3, perché è predisposto per la raccolta differenziata (organico, carta, altro)

Ci sarebbero altri esempi, ma per non deprimermi troppo dopo le prime due ore ho smesso di prendere mentalmente nota di tante piccole cose che si potrebbero fare anche da noi, perché la qualità (anche di vita) è fatta di piccole cose. E so che domani, al rientro a casa, dovrò fari violenza per ricominciare a tollerare the italian way.

 

P.S. rileggendo il post prima di salvarlo, mi sono accorto di non avere risposto alla domanda posta nel titolo: “Perché?”. Continuo a non riuscire a darne una risposta…

1 commento:

  1. Beh in Francia (e spesso in Germania) tutte le informazioni sono solo in lingua locale. In Olanda molti distributori accettano solo carte di credito e non contanti. Sui trasporti.... Difficile costruirli quando OGNI opera causa proteste... Ogni protesta viene gestita bloccando strade e servizi... E ognuno di questi atti rimane impunito (lo dico da ex abitante della Valsusa, che ci torna ogni week-end).

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