domenica 30 giugno 2019

Risoluzione Infinita

Uno dei tanti esempi di come “il digitale” non sia per nulla compreso, nemmeno da chi se ne professa pioniere.

Tutta fiera, la bolletta di SEN (Servizio Elettrico Nazionale), che ancora ricevo in formato cartaceo (sarò retrogrado, probabilmente), mi spinge ad attivare Bollett@ Online, per ricevere le bollette via e-mail anziché via posta. Di per sé nulla di strano (a parte che l’utilizzo del ‘@’ nel nome mi ha fatto ripiombare negli anni ‘90 quando ciò “faceva moderno”. Ehi, mi fanno addirittura lo sconto di 6 euro l’anno! Come perdere questa golosissima occasione?

Ed è anche facile: basta inquadrare il QR code con lo smartphone. Ecco:


Qual è il problema? proprio il QR code. Quel codice è illeggibile. No, non all’occhio umano, ma a qualsiasi smartphone. I pixel sono troppo piccoli, perché il testo contenuto nel codice sarà troppo lungo. Aggiungiamo che viene stampato con una risoluzione scadente, su carta imperfettamente ruvida, ed il risultato è garantito: il codice non ha la risoluzione grafica sufficiente per essere decodificabile.
[Nota: lo ‘zig-zag’ è stato aggiunto per proteggere gli eventuali dati presenti, non fa parte del codice originale]

Questa è una lunga catena di incompetenza: dal programmatore dei sistema di backend, che ha fornito una URL (sarà una URL?) esageratamente lunga (mai conosciuti gli URL shortener), al programmatore che ha adattato il software per la creazione delle bollette, aggiungendo il QR code, senza porsi il problema della dimensione, al grafico che ha impaginato la bolletta senza rendersi conto che stava inserendo un elemento illeggibile, al controllo qualità (ma ci sarà) che probabilmente non aveva idea di cosa fosse il QR code, a parte che era una cosa “moderna” e “digitale”.

C’è questa illusione che il digitale sia infinitamente preciso e privo di errori, ma il concetto base del digitale è proprio la quantizzazione dell’informazione che avviene ad ogni interfaccia tra il mondo digitale e quello analogico. Sono parole troppo difficili. Bisogna pensare. Ed avere persone competenti. Meglio far finta di essere in una puntata di CSI, dove si può zoomare all’infinito in qualsiasi immagine.

lunedì 13 maggio 2019

Sostenibilità? Non bastano le buone intenzioni

Ieri ho passato la giornata al Salone del Libro di Torino (non lo chiamo “Salone Internazionale” perché la dimensione internazionale era veramente evanescente).

Una delle caratteristiche di questa edizione è una maggiore attenzione alla sostenibilità, ed in particolare alla raccolta differenziata dei rifiuti. All’interno del salone vi erano bidoni diversi (plastica, indifferenziato), ed in un paio di casi ho visto degli addetti presidiare tali bidoni e suggerire la collocazione corretta dei rifiuti.

Hiking Sport di Montagna - Borraccia 500 Tritan 0,5L QUECHUA - Materiale TrekkingLodevole intento, soprattutto per separare la grande quantità di plastica (penso alle bottigliette d’acqua) che si genera in eventi di questo genere.

Ma allora perché ai cancelli di ingresso mi hanno sequestrato la borraccia (di plastica) che mi ero portato da casa proprio per non usare bottiglie usa e getta?

Piuttosto che separare i rifiuti (cosa ovviamente utile e necessaria), non sarebbe meglio evitare di produrli (anche per azzerare i costi della raccolta)?

Fortunatamente mi ero portato da casa anche un paio di bottigliette di plastica tradizionali (quale ingegnere non ha un Piano B pronto per ogni occasione?), le quali sono invece entrate liberamente al Salone senza suscitare alcun dubbio da parte degli addetti. Mah.

Devo dire che mi dispiace ancor più perché la borraccia era di mia figlia (8 anni), che utilizza a scuola, perché ai bambini, invece, hanno insegnato a riusare il contenitore dell’acqua. La scuola fa dei passi educativi, la società li vanifica e li mortifica.

Meno slogan, più coordinamento. Chissà se imboccheremo mai questa strada?


P.S.1. abbiamo potuto recuperare la borraccia all’uscita

P.S.2. ci sarebbero anche altri aspetti da rilevare (perché non c’erano contenitori per la carta? perché i bidoni non erano ben identificabili attraverso i colori convenzionali?), ma affrontiamo un punto per volta.