venerdì 21 dicembre 2012

Blackout improvviso dalle lunghe conseguenze

Recentemente sono stato a Bologna, pernottando in un piccolo ed essenziale hotel.

Come spesso accade in Italia, nella struttura non vi era un servizio di Wi-Fi utilizzabile. Neppure a pagamento (altra brutta abitudine italiana): non vi era proprio.

Ed ovviamente sul sito dell’hotel la cosa non è detta chiaramente… si parla in modo ambivalente di connessione internet veloce in camera, ma non si capisce a cosa si riferisca.

Non è grave, ciascun albergatore si regola come crede. Ma essere presi in giro dà un po’ fastidio, visto questo cartello in bella vista sul bancone della reception.

causa improvviso blackout elettrico, la rete wi fi non è disponibile, ci scusiamo per il disagio

Il cartello recita che la rete wi fi non è disponibile a causa di un improvviso blackout elettrico.

Ma di cosa?

In tutto l’hotel la corrente c’è (ascensori, camere, luci, … funzionano a dovere). Ed un blackout, anche se improvviso, dura poco… e quando termina, tutto riprende a funzionare. Eh già, anche gli access point wi-fi riprendono a funzionare.

E non ditemi che è successo qualche guasto proprio pochi minuti fa, che non è stato ancora possibile riparare (ciò lascerebbe intendere l’«improvviso» nel testo): avete avuto tutto il tempo di preparare il cartello, che ha tutta l’aria di essere lì in permanenza…

Evidentemente, la relatività ristretta ci ha giocato uno scherzetto: la velocità della luce, per l’energia elettrica, viaggia molto più velocemente delle onde Wi-Fi…

mercoledì 19 dicembre 2012

Rete a singhiozzo sulle frecce

Uno dei servizi più sbandierati delle “frecce” di Trenitalia, ed in particolare del Frecciarossa, è la disponibilità di collegamento Internet gratuito a bordo.

Ovviamente riuscire ad accedere è già di per sé un piccolo calvario di (non)usabilità, ma alla fine il Wi-Fi si connette. Non è particolarmente veloce, ma per essere gratuito è accettabile.

Tranne ogni tanto: a quanto pare le gallerie, la velocità eccessiva, l’attraversamento di zone scarsamente popolate, e qualche altro fattore casuale, fanno sì che il collegamento sia abbastanza instabile ed intermittente.

E fin qui nulla di male: l’intera rete Internet è stata progettata su criteri di ridondanza, per cui una breve interruzione di connettività non è mai catastrofica (anche se i sedicenti sviluppatori web 2.0 se ne “dimenticano”, quando danno per scontato che una chiamata Ajax risponda sempre, e sempre velocemente).

Anche qui, però Trenitalia ci ha messo del suo.

Anziché permettere ad una perdita di connettività di comportarsi normalmente, invece, ti re-dirigono su una loro pagina di errore (che ovviamente non è particolarmente più esplicativa di ciò che ti avrebbe scritto il browser).

Tale pagina si rinfresca periodicamente, ed alla ripresa della connessione, si trasforma in quella sottostante. In un italiano un po’ zoppicante, ci informa che cliccando “qui” potremo riprendere la navigazione.

A parte il fatto che speravo che i link con scritto “qui” fossero scomparsi da almeno 10 anni (sono uno dei più diffusi errori di usabilità, sono proibiti dalle norme sull’accessibilità, e sono controproducenti per la search engine optimization), la cosa triste è che il link non porta alla pagina che si stava cercando di raggiungere quando è mancata la connettività. No, porta alla pagina iniziale del servizio, quella con tutte le promozioni ed auto incensazioni di quantèbbellalafrecciarossa.

Istruzioni per l’uso: mai cliccare su “qui”, una bella pressione sul “back” è molto meglio.

Gentile Cliente Le comunichiamo che il collegamento alla rete è stato ripristinato e può riprendere la navigazione cliccando qui.

lunedì 17 dicembre 2012

Spammer #FAIL

È noto a tutti che nel gergo Internet si indica con FAIL un’azione il cui risultato è l’opposto dello sperato, di solito del tutto controproducente per chi l’ha compiuta.

E gli spammer, nella loro perniciosa quanto penosa opera alla cattura di brandelli di dati personali da rivendere, ci cascano più spesso di quanto vorrebbero.

Fa sorridere quest’ultima, giunta oggi, che cerca di convincermi a cliccare su un link perché avrei esaurito la mia quota… che invece gmail mostra chiaramente in fondo alla pagina. Mi fanno quasi pena… quasi quasi clicco sul link per fornire la conferma che l’indirizzo a cui l’hanno mandato è realmente valido.

Comunque complimenti al traduttore automatico, questa volta il messaggio è «quasi» in italiano (ricevo talvolta mail più sgrammaticate di questa).

La tua quota posta web ha superato la quota (sic!)

lunedì 19 novembre 2012

Dammi un numero valido

La retta dei numeri reali, mi hanno insegnato anni fa nei corsi di Analisi Matematica, è un insieme denso, cioè esistono sempre dei numeri compresi tra due qualsivoglia numeri diversi scelti arbitrariamente nell’insieme. In altre parole, non è possibile che vi siano dei “buchi” o dei “salti” nella successione dei numeri reali.

E’ pur vero che la rappresentazione dei numeri in virgola mobile (floating point) non è esatta e completa, ma per via del numero finito (non infinito) di bit può solo approssimare la densità dei numeri reali.

Però evidentemente per gli autori del software StarUML (peraltro ottimo), devono esistere alcuni numeri reali che vorrebbero assolutamente rappresentare, ma che per qualche motivo non riescono

StarUML error: 14.694 is not a valid floating point value

Premetto che non ho scelto io quel numero, ma ho solo chiesto di reimpaginare il disegno, l’operazione non è possibile perché quel numero è scomparso. L’hanno rubato dalla retta dei numeri.

Evidentemente alcuni numeri sono più validi di altri, o più “reali” degli altri…

sabato 17 novembre 2012

Più breve di una farfalla

La conoscenza popolare tramanda che le farfalle vivono un solo giorno. Ovviamente non è proprio così, il ciclo di vita di una farfalla è molto lungo, se si comprendono tutti gli stadi dall’uovo al bruco alla pupa fino all’insetto adulto possono passare diversi mesi.

Facendo riferimento allo stadio adulto, effettivamente esistono alcune specie che vivono in questo stadio solo per pochi giorni, o addirittura per poche ore (es. Mayfly o Ephemeroptera).

Ma la nostra cultura “moderna” ha creato un oggetto ancora più effimero (che etimologicamente è lo stesso nome dell’insetto).

Bicchierino del caffè subito prima della sua eliminazione

Mi ha sempre stupito il ciclo di vita del bicchierino di plastica delle macchine automatiche distributrici di caffè, di cui anche il Politecnico è pieno.

Il bicchierino rimane dormiente per mesi, o settimane, poi finalmente viene il suo turno e passa allo stadio “adulto”, viene riempito con un qualche liquido caldo (al gusto di caffè, cappuccino, the o cioccolato) e finalmente consegnato nelle mani di un umano.

La durata di questo stadio di vita è di pochi secondi (da 10 a 120, all’incirca, in funzione della flemma del bevitore e della temperatura del liquido). Dopodiché l’oggetto viene eliminato. Per sempre.

A fianco di ogni macchinetta del caffè vi sono bidoni pieni di bicchierini vuoti, che spesso finiscono nei rifiuti indifferenziati (anche perché solo da pochi mesi sono stati ammessi come rifiuti differenziabili nella plastica). E che hanno vissuto per pochi secondi ciascuno.

Il problema, ovviamente, è che il prezzo del bicchiere è molto basso. Si possono trovare facilmente stock di 80 bicchieri a € 0,52 (quindi € 0,0065 a bicchiere, ossia 0,65 centesimi).

Ma se il bicchierino si pagasse a parte (ad esempio 5 centesimi), potremmo decidere di portarcelo da casa (o riutilizzare quello di ieri). Oppure è una boiata?

venerdì 16 novembre 2012

Laurea in Scale Mobili

Alcune attività quotidiane sono di semplice esecuzione (es. aprire una porta). Altre, invece, richiedono un po’ più di attenzione e concentrazione (es. cuocere la pasta). Alcune, infine, richiedono una formazione ed abilità specifica (es. stirare).

Ovviamente queste categorie non sono universali, ed alcune attività che per molti sembrano semplici, evidentemente sono complesse per altri, al punto che occorre essere “esperti” per poterle compiere.

Personalmente, ho indugiato un po’ di fronte a questo cartello, cercando di interrogarmi se fossi sufficientemente esperto per l’arduo compito di salire su una scala mobile (in salita, per giunta!).

I passeggeri poco esperti nell'uso della scala mobile sono invitati ad utilizzare l'ascensore

Fortunatamente, a fianco del cartello, c’era un altoparlante che spiegava a ripetizione, in più lingue, le istruzioni d’uso della scala mobile. Così, pur non avendo una laurea specifica in Scale Mobili, ho acquisito quel tanto di esperienza che mi ha permesso di prendere coraggio e salire.

 

p.s. ringrazio l’Aeroporto di Napoli per l’esilarante esperienza

mercoledì 14 novembre 2012

La ventiquattresima ora… mancante

L’illusione è che le operazioni svolte su Internet non debbano avere limitazioni di spazio e di tempo, e che si possa superare la barriera degli orari di apertura degli sportelli e degli uffici.

Tranne quando vuoi pagare la bolletta ENEL…

image

Ciascuno è libero di realizzare i propri sistemi informativi come crede, però:

  1. perché mandare off-line gli archivi per un ora, ogni giorno, per fantomatiche attività di aggiornamento? provate ad immaginare se gmail vi dicesse “dalle 17.21 alle 18.21 non puoi inviare né ricevere mail”?
  2. se proprio non sono capaci a fornire un servizio 24x7, quantomeno facciano l’aggiornamento dalle 2 alle 3 di notte… oppure lo faranno a mano?
  3. e perché mai deve durare esattamente un’ora? il tempo non dipenderà dal carico di lavoro? e quel “.15” da dove salterà fuori? perché non stabilire un orario più “tondo”?

Da notare che il messaggio è anche ottimistico (= bugiardo). Infatti, non solo non puoi fare pagamenti, ma non puoi neppure consultare i dati delle bollette, neanche quelli storici. In pratica non puoi fare nulla.

Una raccomandazione agli informatici presenti e futuri. Non cadiamo in queste trappole, non cediamo a questi compromessi. Le cose si possono fare per bene! Altrimenti dimostriamo che, di Internet, non abbiamo ancora capito molto.

Wi-Fi free, anzi no, anzi sì

Ormai dovrebbe essere scontato, visto che sono stati eliminati anche gli ostacoli legislativi. Le reti Wi-Fi libere (e gratuite) dovrebbero essere ovunque, certamente negli hotel.

Ed infatti il Wi-Fi gratuito era pubblicizzato ovunque, anche in ascensore, con grandi pannelli 70x100cm.

Wifree - wi-fi gratis in tutte le nostre camere

Può essere discutibile la denominazione “Wi free”, ma si sa, per ogni cosa occorre creare un nuovo marchio, per avere l’illusione di appropriarsene. Ma il messaggio è chiaro.

Ed infatti, appena in camera, una bella rete Wi-Fi (nella fattispece, swisscom, ma non fa differenza) fa bella mostra di sé. La sorpresa arriva subito dopo la connessione: l’odiatissima quanto onnipresente pagina di login, che ti permette di scegliere tra diverse convenientissime (!!) offerte.

tariffe wifi assurde 1

tariffe wifi assurde 2

Si passa da un favoloso 6 euro/ora, fino ad un allettante 10 euro/24 ore. La differenza tra Economy e Business sembra essere la quantità di banda disponibile in ingresso e in uscita (banda garantita? non credo, forse banda massima). Ma veramente qualcuno sarebbe disposto a farsi truffare pagando queste tariffe completamente fuori mercato? Con 18 euro ti compri quasi una SIM 3G, compreso il traffico Internet per un mese…

Ma la vera domanda è: come si conciliano le due informazioni totalmente contrastanti? All’italiana, ovviamente. Vai alla reception, chiedi spiegazioni, e ti danno un fogliettino di carta con stampati i codici di accesso per le prossime 24 ore. Probabilmente nella fascia Economy, visto che la banda era talmente limitata da non riuscire neppure a vedere un video di youtube.

Altro che attenzione per il cliente… Non impareremo mai…

lunedì 12 novembre 2012

Premi (matematicamente) inarrivabili

Che Vodafone non fosse affatto generosa con i (cosiddetti) premi legati alla raccolta punti Vodafone YOU già si sapeva.

Ora spunta una nuova tipologia di promozione: quella che parte nel futuro, e termina nel futuro anteriore. Periodo di validità: –70 giorni. Guardare (le date) per credere!

VodafoneDateAssurde

L’unica speranza, se continuano a pubblicare delle schifezze del genere, è che prima o poi pubblicheranno un prodotto con il prezzo negativo. Allora, forse, mi potrà interessare…

martedì 6 novembre 2012

Piano tariffario conveniente

Nella spasmodica ricerca di un piano tariffario decente (facendo lo slalom tra i piccoli asterischi e le noticine seminascoste), finalmente il nirvana è stato raggiunto direttamente per intervento della Vodafone.

PianoVodafoneNull

Non è ancora chiaro quale tariffazione preveda il piano “null”, spero che mi permetta di chiamare anche i numeri diversi da zero.

martedì 30 ottobre 2012

GTT: i conti tornano (per loro)

Ogni anno arriva. Il tuo fedele abbonamento annuale ai mezzi pubblici (io uso un Formula 5, treno più rete urbana) scade, e lo devi rinnovare.

Ti predisponi psicologicamente per la coda (*) di 30 persone presso il punto GTT di Porta Nuova (ma in realtà erano meno, a quando pare molti stampano il bigliettino e poi se ne vanno…), e ti prepari a pagare in anticipo il prossimo anno di transumanze ed odissee.

Lo sai che i prezzi erano aumentati, in Febbraio 2012 sono state riviste tutte le tariffe (ma tu, con l’abbonamento valido fino ad Ottobre, sghignazzavi beato).

Ti vai anche a rileggere il comunicato stampa della GTT, che parla ottimisticamente di «abbonamenti, i cui incrementi sono molto contenuti» e cita, vantandosene, un «aumento inferiore al 7%».

A parte che 7% è ben al di sopra del tasso di inflazione, ed ancor di più alla rivalutazione dello stipendio di qualunque essere mortale (escluse caste). Vabbé.

Comunque a me qualche calcolo non torna. Fate voi i conti, ma a me da €558 ad €612 risulta un aumento del +9,68%. Quasi 10% in un anno. Ti consoli solamente pensando che la benzina, nel frattempo, è aumentata di più.

Di sicuro, a me, i conti non tornano. Di sicuro, a loro, sì.

annuale gtt

(*) via twitter, il servizio clienti GTT mi ha informato che è possibile anche ordinare l’abbonamento annuale via internet, con consegna a domicilio. Buono a sapersi, per l’anno prossimo.

venerdì 26 ottobre 2012

(Sno)Beata gioventù

Questa mattina, treno di pendolari MI-TO. Giovane ragazza, sui 20, aspetto serio, pulito, ordinato, iPhone e cuffiette. Atteggiamento tranquillo, abbigliamento sportivo impeccabile, non un capello fuori posto.

Sul sedile accanto (nulla di male, il treno non era pieno) borsa, cartellina, quotidiano.

Stazione di arrivo, si alza, prende la sua roba, esce. Lasciando il quotidiano sul sedile.

Un piccolo gesto, ma che indica (1) mancanza di rispetto per chi dovrà riassettare il vagone, (2) mancanza di abitudine alla cura degli ambienti in cui si vive, sia nei confronti di chi verrà dopo di lei, sia nei confronti della raccolta rifiuti, (3) mancanza di considerazione per il costo del giornale, abbandonato lì senza neppure averlo letto tutto (a giudicare dal suo stato, senza averne letto neppure il 10%). Tanto paga qualcun altro. Tanto a sistemare ci pensa qualcun altro.

Per fortuna conosco tanti altri ragazzi, magari più scapigliati o disordinati o chiassosi, ma con più attenzione alle persone ed alle cose che li circondano.

martedì 23 ottobre 2012

Pubblicità appiccicosa

Amo sempre molto coloro che decidono di poter disporre del mio tempo per raggiungere i propri scopi. Se poi si tratta di tecniche di marketing di basso livello, sono ancora più felice!

Una delle tecniche pubblicitarie più antipatiche, anche per le conseguenze sull’ambiente ed il decoro urbano, è quella del volantinaggio nei parcheggi. Talmente antipatica che in diversi comuni italiani vi sono ordinanze che la vietano.

Sarà un’esperienza comune a molti pendolari: sceso dal treno, vai a recuperare la macchina, e trovi sotto il parabrezza un volantino pubblicitario. Molti, purtroppo, li rimuovono e li gettano a terra (atto di inciviltà istigato).

L’ultimo che ho trovato era particolarmente antipatico: il volantino, parzialmente plastificato, e soggetto all’azione della pioggia, ha pensato bene di sfaldarsi ed appiccicarsi al vetro.

Vi assicuro che mentre spenderò mezz’ora a raschiare e pulire, penserò con continuità ed intensità al prodotto pubblicizzato, e non potrò fare a meno di acquistarlo in gran quantità.

Volantino appicciato al parabrezza

martedì 2 ottobre 2012

Esistono ancora aziende serie

    ReadyNAS DuoQualche anno fa mi sono comprato un NAS da tenere in casa, per scopi di backup dei file e memorizzazione di fotografie e video.
    Avevo optato per un modello a due dischi, configurati in RAID-1 (mirroring, se no che backup è?) e dopo avere spulciato tra diversi modelli, la scelta era caduta sul ReadyNAS Duo della Netgear.
    Montati due dischi da 1TB ciascuno, configurato, connesso alla rete… et voilà, ecco un server SMB, FTP, DLNA, client BitTorrent, ed altre cosucce. Nulla di fenomenale, per carità, è il lavoro che qualsiasi NAS è in grado di fare.
    Ma all’inizio avevo una preoccupazione: il modello Duo era pensato per il mercato “Home”, ed il prodotto era stato lanciato nel 2008 (un paio d’anni prima del mio acquisto). Troppe volte l’esperienza ci insegna che i prodotti informatici (o dell’elettronica di consumo) vengono sostituiti rapidamente da nuovi modelli, ed i modelli precedenti vengono rapidamente abbandonati. Tutti i prodotti ormai possono essere aggiornati mediante nuove versioni del firmware di sistema, ma in molti casi questi aggiornamenti non vengono mai rilasciati.
    Nel caso specifico del mio NAS, esso utilizza un processore SPARC, che nei modelli successivi (come il Duo v2) è stato sostituito da un più attuale ARM, e nei modelli più potenti lascia invece il posto ad un più potente Intel.
    Fate voi i conti: prodotto non più in vendita, vecchio di >4 anni, processore non più utilizzato sui nuovi modelli… ci si aspetta che sia abbandonato dalla casa madre.
    Ed invece no: è arrivata da poco una mail
    Quindi, per una volta, non uso questo blog per lamentarmi di qualcosa, ma anzi per complimentarmi con una casa che supporta i propri utenti in modo serio e continuativo. Lo terrò presente, ricordando che nei nuovi futuri acquisti non deve contare solo il prezzo di vendita…

    lunedì 1 ottobre 2012

    Tempestività

    Quando: Oggi, 1 ottobre. Primo giorno del mese.

    Dove: Chivasso, Parcheggio di piazzale Ceresa, nel quale parcheggiano quotidianamente qualche centinaio di pendolari al prezzo di € 7,30 mensili. Relativamente comodo, abbastanza conveniente.

    Ed inevitabilmente qualcuno che non si è ricordato di rinnovare l’abbonamento ci sarà sempre. Soprattutto quando il primo giorno cade di lunedì, tendi a dimenticarti. Ma al mattino non hai tempo di andare in stazione, comprare l’abbonamento, tornare al parcheggio, esporlo in auto, e tornare in stazione per prendere il treno. Sì, perché il bar di fronte al parcheggio, chissà per quale accordo o inciucio, non vende gli abbonamenti dello stesso.

    Ed allora il povero tapino pendolare (essendo pendolare è certamente un tapino) che fa? Spera. Spera che non vengano proprio oggi i controlli. Insomma, si organizza per comprare l’abbonamento al ritorno, così sarà a posto per tutto il mese.

    multa parcheggio

    E invece no. I solerti vigili urbani, evidentemente ben consci del fenomeno, sono passati a controllare ed appioppare dei regalini da € 39,00 ai malcapitati smemorati.

    Intendiamoci: tutto perfettamente corretto, chi lascia l’auto senza il contrassegno sa a che cosa può andare incontro. Però il giro di controllo potevano farlo il giorno 2 o 3, no? In fondo si tratta di abbonamenti mensili. E magari anche in qualche altro giorno del mese, quando ci sono persone che lasciano l’auto in luoghi fantasiosi bloccando i passaggi?

     

    P.S.: pagare per la singola giornata non avrebbe senso: a € 0,60 l’ora la singola giornata di costa quasi come l’intero mese (ma sempre meno della multa…)

    P.S.2: no, non era mia l’auto, io sono in regola (conoscendomi, compro l’abbonamento intorno al 15-20 del mese precedente)

    Finalmente fiero di contribuire

    Passano i mesi, e l’Italia va sempre più a fondo. No, aspetta, si rialza. Anzi no, era solo un rimbalzo, affonda di nuovo. E così via, con l’affondo che è inversamente proporzionale al vituperato spread (ma poi qualcuno mi spiegherà come possano le condizioni oggettive di una nazione oscillare vistosamente più volte al giorno… non è che stiamo usando un indicatore non adeguato?).
    E noi purtroppo ai margini del processo, a chiederci cosa possiamo fare per aiutarci a rialzarci. Le decisioni sono in mano d’altri, ed al cittadino non rimane che fare vigilanza stretta e marcatura a uomo sugli scontrini e le fatture relativi alle piccole spese di casa. Però abbiamo la sensazione che ciò non sia troppo utile, e ci scoraggiamo.
    Ora finalmente ho l’opportunità (non troppo volontaria…) di contribuire, in prima persona, al risanamento dello stato.
    moneta 2 Da oggi, infatti, ogni volta che mangerò pranzo, farò una donazione di ben € 4,33 al nostro bilancio statale. Il valore del buono pasto che, dal primo ottobre, è stato abolito per il personale docente (ed altre categorie). L’infinita saggezza della “spending review” (D.L. 6/6/2012 n.95 convertito in legge n. 135 del 07/08/2012) ha identificato finalmente il vero buco di bilancio: i buoni pasto di qualche euro.
    E posso ripetere questo gesto di risanamento ogni giorno: ogni anno uso tra i 160 ed i 170 buoni pasto: quest’anno potrò quindi contribuire a risollevare l’Italia per circa € 700. Contributo assolutamente determinante.

    Questo post è stato aggiornato dopo la pubblicazione. Avevo confuso la quota a carico del dipendente (€ 2,37) con quella a carico dell'amministrazione (€ 4,33), che è ovviamente quella che contribuisce alla spending review. Ovviamente ora sono molto più felice.

    sabato 1 settembre 2012

    Traduttore Russano Cercasi

    Era prevedibile, facendo scalo all’aeroporto di Parigi Charles De Gaulle. Anche con 5 ore di coincidenza (un’eternità, nella desolazione del terminal 2G), sono riusciti a perdermi uno dei 5 bagagli.

    Non è la prima volta, ormai conosco bene la procedura, ed infatti il giorno successivo ti informano di averlo ritrovato.

    Questa volta con un’innovazione, però: inviano l’informazione via e-mail (così non devi più fare polling telefonico).

    Stranamente, sembra che per riavere la valigia si debba superare un esame di lingue, anzi di 3 lingue diverse, in cui bisogna redigere un breve componimento.

    Per il Giapponese ed il Coreano forse posso cavarmela con Google Translate, ma il Russano qualcuno di voi lo conosce?

    Consegna del suo bagaglio

    mercoledì 1 agosto 2012

    Ultimo mese per aderire a Poli@Home

    logopositivoAgosto è iniziato, ed è l’ultimo mese per l'iscrizione al Politecnico anche per gli studenti lavoratori e quanti vogliono frequentare in e-learning attraverso il servizio Poli@Home.

    In base alle nuove regole sull’accesso a numero controllato al Politecnico di Torino, è tassativo iscriversi entro il 30/08 alle ore 12:00 per sostenere il test di ingresso nei primi giorni di settembre.

    Fate circolare l'informazione tra i potenziali interessati a laurearsi in Ingegneria Informatica o Ingegneria Meccanica attraverso i servizi on-line del Politecnico di Torino.

    Tutte le informazioni sul servizio Poli@Home sono disponibili sul sito http://athome.polito.it. Vi aspettiamo al Politecnico di Torino!

    martedì 24 luglio 2012

    Onlain (on-line all’italiana)

    Sarà uno dei tanti equivoci dovuti alla traduzione. Si sa, noi italiani amiamo utilizzare termini stranieri, soprattutto inglesi, per poterli storpiare ed interpretare con significati diversi dall’originale.

    Ma partiamo dall’inizio.

    Ho un conto corrente in una banca on-line. Nulla di strano, semplicemente è molto comodo per tutti coloro che hanno difficoltà nel doversi recare il filiale in orario diurno (e magari con file anche notevoli). Vai on-line, ed anche alle 10 di sera riesci a sbrigare tutte le tue pratiche.

    Quasi tutte, cioè.

    Infatti, pochi giorni fa ho richiesto un nuovo libretto di assegni: la richiesta avviene sul sito, poi per posta arriva il libretto, che dovrai poi attivare e confermare nuovamente sul sito. Procedura standard e collaudata.

    Salvo che qualche “innovatore” nella banca ha deciso che il libretto di assegni, anziché essere inviato via posta ordinaria (come avveniva in passato, tanto se non li attivi quegli assegni sono carta straccia), viene ora inviato per posta raccomandata. Domandina per il nostro innovatore: l’utente tipo di una banca on-line, secondo voi, è a casa nelle ore di consegna delle raccomandate? Risultato, mezz’ora di tempo rubata per fare la fila alle Poste e ritirare la raccomandata (sono stato fortunatissimo, c’era pochissima coda).

    Probabilmente gli innovatori “nostrani” non hanno ancora chiara la differenza tra “on-line” (accessibile tramite computer ed Internet) ed “on line” (in fila, in coda).

    venerdì 8 giugno 2012

    Almeno Fufi sta comodo

    C’è chi viaggia in modo terribilmente organizzato. Curiosa ed interessante è la sistemazione di questo cagnolino su un treno locale, con tanto di copertina (morbida per lui, pulita per chi si siederà dopo di lui). Complimenti alla proprietaria per la pianificazione e per l’attrezzatura.

    cane comodamente seduto sul treno

    L’unico rilievo che mi sento di fare è lo stato del resto del treno, con tutti i sedili occupati e parecchia gente in piedi.

    Non credo che il cane abbia pagato il biglietto, ma la gente in piedi certamente sì.

    La prossima volta, oltre ad organizzazione ed attrezzatura, magari converrà aggiungere un po’ di buonsenso e di rispetto per gli umani?

    gente in piedi

    giovedì 7 giugno 2012

    Valutazione: oltre la caccia al “bollino”

    Parte della mia lezione di Informatica di lunedì scorso è stata “ceduta” ad un comitato di valutazione che deve raccogliere informazioni dagli studenti, come parte del percorso di certificazione Eur-Ace per i corsi di studio europei.

    Non ne sapevo nulla, quindi mi sono informato.

    EUR-ACE LogoEur-Ace, certificazione praticamente sconosciuta a Google, che invece la confonde con un progetto europeo Eurace che non c’entra nulla, significherebbe “European Accreditation of Enginering Quality” e sarebbe una etichetta di qualità assegnata dalla ENAEE (European Network for Accreditation of Engineering Education) a corsi di studio di laurea e laurea magistrale nelle varie branche dell’ingegneria.

    Il processo di accreditamento si basa su una serie di indicatori descritti nel Framework Standards (PDF; vedere pagine 9-11) che valutano principalmente indicatori di contesto e di processo, quasi mai di merito. Viene quindi certificata la qualità del processo formativo, non tanto la qualità della formazione erogata (tranne l’indicatore 4.2, che indirettamente valuta la tipologia di occupazione lavorativa ottenuta ed il tempo necessario per ottenerla).

    L’elenco dei corsi di studio accreditati è disponibile on-line e finora non contiene alcuna università italiana. Sono contento che il Poli si stia muovendo tra i primi. Peccato constatare che nel database on-line non ci siano i dettagli dei valori attribuiti ai singoli indicatori, potrebbe essere interessante confrontarli (sia per chi deve scegliere un corso di studio, sia per capire come siamo messi nei confronti degli altri: uniamoci al grido Raw Data Now!). E’ solamente un bollino on/off.

    Io amo la valutazione. Davvero. Meglio se è (anche) di merito e non (solo) di processo. Meglio se tiene in conto sia la qualità che la quantità. Ma in ogni caso è sempre meglio che non valutare.

    Ne sono convinto da sempre. Ricordo ancora con emozione i primi “questionari CPD” che gli studenti compilavano al termine del corso, nei miei primi anni di insegnamento. Critiche feroci (non si capisce, ci fai addormentare, leggi solo le slide, lezioni inutili, ecc…). Feroci ma corrette, puntuali, educate. Senza quelle critiche non avrei mai potuto cercare di migliorarmi (e spero un pochino di esserci riuscito). Ancora oggi, dopo 20 anni, il momento in cui leggo i questionari studenti è sempre un confronto importante, che rimette in discussione il lavoro svolto e fornisce spunti per migliorarlo.

    Questo dal punto di vista personale.

    Chissà se un giorno, oltre che al miglioramento personale, tutti questi indicatori di qualità, strumenti di valutazione, questionari di gradimento, statistiche di superamento esami, ecc ecc ecc potranno essere utilizzati anche per indirizzare le scelte economico-organizzative e le carriere dei docenti? In quel giorno farò festa. Festa grande.

    mercoledì 30 maggio 2012

    Ingannare gli ingannatori

    La sicurezza (monitoraggio, anti intrusione, videosorveglianza, annessi e connessi) è sempre stata una questione di rapporti di forza. I malintenzionati diventano più abili, i sistemi diventano più sofisticati, e le due cose si rincorrono in una sorta di corsa agli armamenti evolutiva.

    E l’evoluzione, si sa, procede per tentativi in tutte le direzioni possibili. Non solo quelle della sofisticazione, ma anche quella dell’inganno. In questo caso sembra un tentativo di security through obscurity, che può avere qualche successo sulla fascia dei malintenzionati meno smaliziati: sono prodotti che esistono sul mercato da parecchi anni, ma ora hanno raggiunto anche la grande distribuzione.

    finta telecamera (vero deterrente per ladri)

    mercoledì 16 maggio 2012

    Coerenza a tutti i costi

    Non ho potuto fare a meno di sorridere di fronte al messaggio giunto oggi tramite una mailing list (che invia annunci relativi a conferenze o riviste scientifiche).

    uncertainty

    Da ammirare la coerenza dei redattori di una rivista sull’incertezza, i quali non si sbilanciano più di tanto sul funzionamento del proprio sito web. Saranno deformazioni professionali…

    venerdì 11 maggio 2012

    Ostaggio di Flash

    No, non è Flash Gordon che è improvvisamente passato dalla parte dei cattivi e si è messo a rapire esseri innocenti ed indifesi. Sto parlando di Adobe Flash, la più seccante buona idea nel web.

    Dopo avere fornito agli sviluppatori di siti gli strumenti per fare le “brochure animate” più terribili, dopo avere abilitato l’intera industria dei video su Internet, dopo avere permesso la creazione del concetto di “browser game”, la tecnologia Flash continua ad essere una delle più dibattute ma tuttora indispensabile.

    Ovviamente, spesso non si rende simpatica, soprattutto recentemente, quando la frequenza degli aggiornamenti richiesti si è fatta sempre più incalzante.

    Probabilmente l’installer di Flash ha raccolto questi miei sentimenti nei suoi confronti, ed in effetti si è offeso segnalandomi un errore (che però non esiste), facendomi il muso (vedi il “not responding”) e non permettendomi neppure di lasciar perdere o riprovare (vedi il Quit disabilitato). Qualcuno mi liberi!

    no error information Flash

    domenica 6 maggio 2012

    ies ui ar internascional

    Per la serie: come l’Italia si presenta agli stranieri.

    Ci teniamo a dimostrare sia che parliamo le lingue, sia che siamo ecologicamente avanzati: e quale occasione migliore di un cestino per la raccolta differenziata con spiegazioni anche in inglese? o… “quasi” inglese?

    undifferentiated

    Addirittura, l’inglese lo conosciamo così bene, che costruiamo nuove parole e le insegniamo agli stranieri che passano da noi.

    Se servisse un’aggravante, il bidone in questione si trova presso il terminal internazionale dell’aeroporto di Roma Fiumicino.

    venerdì 4 maggio 2012

    Ceci n’est pas un banc

    È famoso il disegno di René Magritte “La trahison des images” in cui il pittore ci fa riflettere sulla relazione tra un oggetto e la sua rappresentazione, grazie alla famosa didascalie Ceci n’est pas une pipe.

    Un messaggio dello stesso tipo, seppur probabilmente involontario, è riconoscibile in questo cartello in cui sono recentemente incappato.

    Si prega di non sedersi sulla panca

    Logica vorrebbe che l’oggetto possa essere una panca, oppure non essere una panca:

    • Se fosse una panca, dovrebbe essere sufficientemente robusta da potercisi sedere sopra, ed il cartello non dovrebbe vietarlo.
    • Se non fosse una panca, non ci sarebbe bisogno del cartello perché nessuno si sentirebbe legittimato a sedervisi, e comunque il cartello non la dovrebbe chiamare “panca”.

    In realtà si tratta solo di uno sfortunato banchetto espositivo (su cui appoggiare riviste, brochure, piccoli oggetti) che per forma e dimensione ricorda vagamente una panca.

    P.S. mi scuso con gli autori del cartello per la mia pignoleria e li saluto con simpatia

    venerdì 20 aprile 2012

    Lauti pranzi in Alenia

    Tutti sanno che il mercoledì pomeriggio, dalle 13:00 alle 17:30, qualche migliaio di studenti, ed una quindicina di docenti, transumano fino alla sede di c.so Marche del Politecnico (presso Alenia) per il pomeriggio dedicato ai “corsi a scelta” del primo anno comune di Ingegneria.

    Tutti, tranne i gestori del bar interno alla sede.

    Questa fotografia mostra il cibo rimasto a disposizione presso il bar alle ore 12:21 di mercoledì 4 aprile (l’ultima volta che sono passato di lì). Orario che generalmente è considerato ancora buono per il pranzo, anzi di solito il “picco” di presenze si verifica più tardi.

    due panini due

    Due panini due. Gusti a scelta: cotoletta o nulla. Uno dei due l’ho mangiato io, il secondo il ragazzo che era in coda dietro di me. Tutti gli altri sono rimasti a bocca asciutta.

    Ringrazio per il servizio a nome di tutti gli studenti, la cui presenza ed esistenza permette a quel bar di esistere e prosperare. Ma non vale il viceversa.

    giovedì 19 aprile 2012

    Autocompletamento incompleto

    Ormai sui siti web è normale disporre della funzionalità di auto-completamento, o di auto-correzione, come ad esempio nella scelta degli aeroporti nei principali siti di viaggi.

    Scelta dell'aeroporto (con auto-completamento)

    Uno dei vantaggi, oltre al fatto di non dover scrivere per esteso il nome, è che il testo “auto-completato” sarà sicuramente corretto, perché viene inserito automaticamente dal sistema.

    Sicuramente corretto, quindi. O no? Perché nella pagina successiva, il sistema non era più sicuro di sé stesso…

    Impossibile trovare aeroporti... ma il nome è identico

    Ho provato tutte le paia di occhiali a mia disposizione, ma non sono riuscito a trovare le differenze…

    domenica 4 marzo 2012

    Troppo colto o troppo distratto?

    Tratto da un volantino appeso all’ingresso del mio Dipartimento.

    Ricerca laudeandi

    A prima vista, mi è sembrato il solito svarione (ma lo spell checker sarà una tecnologia così avanzata?), visto che “laudeandi” non mi suonava troppo bene. Ma a ben ripensarci, forse sbaglio: linguisticamente, “laude-ando” potrebbe essere qualcuno che si laureerà “cum laude”. Ignoranza mia, non l’ho capito subito… cercano solo laureati con 110 e lode (e che non sappiano usare il correttore ortografico).

    A parte l’errore di scrittura (o il neologismo iper-colto, decidete voi), potrebbe essere un’offerta decisamente interessante, visto che la retribuzione sembra essere commisurata alle vostre esigenze. Quindi basta presentarsi e dire “mi serve tot al mese”, per essere accontentati!

     

    P.S. preciso che non conosco affatto questa azienda, né mi esprimo sulla qualità o interesse del lavoro offerto. Commento esclusivamente la qualità della comunicazione. D’altra parte, tutte le aziende di successo rimangono anonime, vi forniscono un indirizzo su gmail ed un numero di cellulare.

    giovedì 23 febbraio 2012

    Segnaletica ufficiale

    Aula 16, cartello scritto a mano

    Ingredienti: un pilastro libero, un foglio di carta strappato da un quaderno, nastro adesivo, pennarello rosso a punta fine ripassato più e più volte.

    Forse non è proprio la segnaletica ufficiale, ma è l’unica che c’è. Si ringrazia il volenteroso anonimo che ha provveduto.

    venerdì 10 febbraio 2012

    Neve: un’occasione perduta

    Mi dispiace. Da anni sono un sostenitore dei trasporti pubblici. Non per principio o per ideologia, ma per esperienza diretta: in 25 anni di pendolarismo le ho provate tutte: auto, autobus, treni (sia GTT che Trenitalia, per non farmi mancare nulla). Ed alla fine, la comodità di muoversi con l’auto “sotto le natiche” non è sufficiente a compensare lo stress, il rischio di incidente, il costo. Ed il tempo di viaggio è pressoché equivalente, in condizioni normali, e circolando nelle zone cittadine ben servite (che, ahimè, non sono tutte).

    Fiocchi notturniNel momento in cui la circolazione diventa difficile (facciamo un esempio tanto per restare in tema: a causa di nevicate e temperature rigide), il vantaggio del trasporto pubblico dovrebbe essere ancora maggiore… nessun problema di parcheggio, corsie riservate, mezzi (presumibilmente) attrezzati, il ferro dei binari non patisce la neve, ecc ecc. Ed in effetti, origliando in stazione, molte persone hanno lasciato a casa l’auto e hanno provato a mettersi in viaggio con in mezzi.

    Un’occasione che avrebbe potuto “convertire” molte persone ad una mobilità diversa.

    Se solo non avessimo fatto di tutto per scoraggiarli… E’ inutile e noioso ricordare tutti i disservizi, dagli scambi ferroviari gelati, ai binari non puliti, alle stazioni della metropolitana allagate, ai locomotori guasti, agli scioperi non revocati, ai mezzi insufficienti, ai ritardi ingiustificati, …

    Il ritornello è monotono: causa neve (nelle strofe pari) e causa ghiaccio (nelle dispari). Solo che neve e ghiaccio non sono cause, sono eventi atmosferici. Le cause sono i sistemi non attrezzati e non dimensionati per gestirle. Perché, è bene ricordarlo, questo inverno si tra comportando abbastanza nella media per il Piemonte.

    Peccato. Poteva essere una buona occasione.

     

    P.S. tutta la mia solidarietà per le regioni che, invece, sono state colpite veramente e duramente dal maltempo, rimanendo isolate, senz’acqua e senza energia. Ma non si tratta di Torino né Roma.

    lunedì 6 febbraio 2012

    Fobia da versioni

    Nella guerra dei browser, le nuove versioni si succedono ormai ad un ritmo incontrollabile. Veloce indovinello (senza aprire il PC): qual’è l’ultima versione di Firefox? 9? 10? 10.1? E quale versione di Chrome si è autoinstallata a vostra insaputa questa notte? Poi passiamo alle domande difficili, del tipo “quali sono le differenze tra Chrome 15 e 16”?

    Succede, poi, che questo eccesso di zelo anche i siti e le applicazioni web, che devono verificare la compatibilità di librerie, script, css con i vari browers, a volte rimangano indietro – o quantomeno confusi. E succede anche ai grandi, vedi il benvenuto che mi ha dato Google Documents stamattina.

    image

    Ovviamente stavo usando Firefox 10, che è difficile non definire “moderno”…

    O si tratta di un piano segreto di Google per rendere i propri siti inaccessibili da qualsiasi altro browser (spero non ci arriveremo mai, altrimenti sarebbe la fine del Web), o qualche controllo di versione un po’ troppo pignolo.

    Ed ora la domanda più facile di tutte: secondo voi dove porta il link “upgrade to a modern browser?”

    giovedì 2 febbraio 2012

    Ferrovia MI * TO

    Solitamente la grafia standard è MI-TO, e sta ad indicare il forte legame tra Milano e Torino.

    Oggi, invece, lo si deve scrivere come MI * TO, con l’asterisco che rappresenta un fiocco di neve ed indica la completa separazione ed isolamento delle stesse.

    Infatti, sin da questa mattina, il numero di treni soppressi nella tratta Torino-Milano (e viceversa) è stato esagerato, e quelli circolanti avevano ritardi che variavano tra i 150 minuti (quello che ho preso stamattina) all’”imprecisato” (termine tecnico che significa che non ho idea se, come e quando arriverò a casa stasera). Vale per i regionali, ma anche per le Freccerosse.

    Le motivazioni, ovviamente, sono a vostra scelta “neve”, “maltempo”, “guasto tecnico”, … E questa sera tutti i TG a raccontarci che non si è mai vista tanta neve dal 1985. E molti di noi si convinceranno che è normale che 30 cm di neve paralizzino il Nord Italia.

    In gergo internettiano, si chiamerebbe #epic #fail. Le altre parole che mi vengono in mente, invece, non le posso scrivere.

    lunedì 30 gennaio 2012

    Rammolliti

    Una città. Una città del nord-ovest, la parte continentale dell’Italia. Una città che si vanta della sua vicinanza con l’arco alpino, al punto di ospitare un’olimpiade invernale. Una città dove, tutto sommato, i servizi comunali di pulizia e di trasporto funzionano.

    Pupazzo di neve costruito nottetempo nei pressi delle OGRUna nevicata. Nel mese di gennaio, è un evento ordinario. Circa 15-20 cm in pianura, nulla di speciale. Previsti con quasi una settimana di anticipo. Ed addirittura con la cortesia di avvenire nel week-end, senza creare troppi disagi, e di interrompersi in tempo nella serata di domenica, così c’è tutto il tempo di prepararsi per il lunedì mattina.

    Il panico. Ordinanze comunali che chiudono le scuole “di ogni ordine e grado”, pubblicate sul web e rilanciate dai mezzi di informazione. Rettori delle due università che sospendono lezioni, esami, esami di stato. Il tutto, ovviamente, si chiarisce non prima delle 10 o 11 di notte, una goduria dal punto di vista organizzativo per le famiglie.

    L’unica conclusione è che ci siamo rammolliti tutti. Che senso ha bloccare una città, creare disagio alle famiglie con figli in età scolare, mandare all’aria la programmazione degli studenti universitari (che si sono organizzati, si sono preparati, ed in molti casi hanno organizzato il viaggio)?

    Ricordo il mio esame di Analisi Matematica I, nel gennaio del 1987, con la mitica prof. Scarafiotti. Era di lunedì, e nel week-end erano caduti circa 80-100 cm di neve. L’esame si è tenuto regolarmente. Certo, ciascuno di noi si è sobbarcato una piccola epopea per raggiungere il Poli e poi per tornare a casa, ma siamo ancora tutti vivi, ed abbiamo qualche aneddoto divertente da raccontare ai figli. Si tratta solo di organizzarsi ed attrezzarsi.

    Ricordo cosa mi disse un collega finlandese, quando gli chiesi come si regolavano in caso di forti nevicate (oltre il metro) e gelate. Mi rispose stupito con un “everything is supposed to run, anyway”. Si suppone che tutto funzioni, quindi (sottinteso) ciascuno di noi fa la propria parte.

    Forse fare la propria parte è più difficile che scrivere un avviso su un sito web…

    Basta, allora, che la smettiamo di utilizzare termini come produttività, rigore, efficienza, qualità, … visto che evidentemente non ne conosciamo il significato.