In questi giorni si celebrano molti anniversari dell’informatica, tra cui i 30 anni dall’introduzione del primo IBM PC-XT, il capostipite del Personal Computer moderno.
È con questo spirito di amarcord informatico che dalla cantina ho rispolverato questo cimelio (edito nel 1982, quindi vicino ai 30 anni anch’esso): il libro che mi ha accompagnato nell’apprendimento del mio secondo linguaggio Assembler, quello del processore Z80 prodotto da Zilog (che, caso rarissimo, esiste ancora e produce ancora microcontrollori basati su Z80, tuttora usatissimi).
Ricordo ancora lo stupore con cui avevo scoperto la “potentissima” istruzione LDIR (load, increase and repeat), capace di copiare un intero blocco di memoria con una sola istruzione assembler (analoga al REP MOVS dell’architettura x86). Roba che ti fa capire a cosa serve la microprogrammazione!
Il libro è di oltre 240 pagine, scritto in un font monospaced con figure disegnate a mano e listati fotografati, generati da una stampante ad aghi. Tanto per ricordare quanto era difficile scrivere un libro in quell’epoca. Non ricordo dove lo comprai, ma c’è ancora l’etichetta del prezzo: 5,95 sterline UK, rivenduto in Italia al cambio-strozzino di lire 22.500. Certamente l’importatore avrà venduto pochissimi volumi, il che giustifica il ricarico esagerato. E d’altra parte, 30 anni fa mica lo potevi comprare su Internet…
Questo mi spinge a tornare ancora più indietro nel tempo, al mio primo assembler, quello del processore 6502 (della MOS Technologies, ora non più sul mercato), montato sul mio “primo” Commodore Vic-20, e che per inciso era lo stesso processore usato dal ben più potente e famoso Apple II.
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