Nel mio post precedente avevo analizzato la tortuosità e l’illogicità dei percorsi pedonali di accesso ai binari della stazione ferroviaria di Chivasso. Era emerso come non vi fosse alcuna progettazione che tenesse conto delle reali esigenze degli utenti, ma piuttosto fosse improntata a risolvere in modo estemporaneo e non sistemico una serie di veri o presunti problemi di sicurezza, nel più totale disprezzo per il servizio offerto.
Ora, come promesso, vorrei analizzare l’ultima “chicca” dei nostri progettisti di RFI. Il Binario 6.
Il Binario 6 è storicamente sempre stato il più sfortunato degli altri: il marciapiede è più corto, non è raggiunto dal sottopassaggio (infatti per raggiungerlo occorre attraversare i binari), è privo di pensilina, viene instradato solo sulla direttrice Ivrea-Aosta, …
Voglio concentrarmi sull’accesso al binario: come si vede dalla foto aerea annotata (cliccare per ingrandire), da anni (o decenni?) per raggiungere il binario 6 era possibile prendere il sottopassaggio S, salire in superficie sul binario 5, infine attraversare i binari nel punto di passaggio P. E proprio nel punto P, quando vi erano treni in arrivo, partenza o transito, vi era sempre un ferroviere che controllava che nessuno attraversasse in momenti pericolosi. Semplice, rapido, sicuro.
Ma recentemente arriva il momento di gloria anche per il Binario 6. A seguito della variazione di orario in vigore dal 6 marzo 2011, causata dal divieto di accesso ai locomotori a trazione diesel nel passante ferroviario di Torino, occorre “cambiare treno” ad Ivrea oppure a Chivasso, in modo che da/verso Torino prosegua un treno dotato di motrice elettrica, mentre da/verso Aosta continuano a viaggiare le motrici diesel.
In questo modo si raddoppiano le necessità di stazionamento di treni a Chivasso, ed il nostro binario 6 ha un marciapiede troppo “corto” rispetto ai treni che dovrà ospitare nel nuovo assetto. Partono e si concludono i lavori per l’allungamento del marciapiede.
La nuova figura rappresenta la situazione odierna: il marciapiede binario 6 è stato notevolmente allungato sul lato Ovest (verso Torino). Fin qui tutto bene. Ma l’allungamento non è ancora sufficiente: alcuni treni in fermata sul binario 5 occupano l’intera lunghezza del marciapiede, e si prolungano oltre la posizione del sottopassaggio, in direzione Est. Pertanto il precedente passaggio pedonale P non è più agibile (in generale): talvolta è occupato da un treno il sosta.
Finalmente arriva l’idea geniale! Spostiamo l’attraversamento P in un nuovo punto, P’, all’estremità Ovest del marciapiede. Ed ovviamente il ferroviere di controllo assisterà i passeggeri nell’attraversamento al punto P’.
Risultato: per prendere un treno in partenza sul binario 6 ora occorre: (1) percorrere il sottopasso S fino al binario 5 e risalire in superficie, (2) percorrere tutto il marciapiede del binario 5 fino al punto P’ di attraversamento (circa 180 metri), (3) attraversare nel punto P’, (4) ripercorrere a ritroso il marciapiede del binario 6 fino alla posizione in cui si trova il treno (altri 180 metri, in funzione di dove si arresti il treno). Complicato, lento, pericoloso.
Sì, pericoloso, ripeto pericoloso, perché molti utenti, per la fretta, il ritardo o la semplice stanchezza, non hanno voglia di sobbarcarsi 360 metri di amena passeggiata solamente per attraversare il binario… ed allora attraversano ancora nel vecchio punto P, nonostante ora sia vietato e, soprattutto, non vi sia nessun ferroviere di guardia.
Solo pochi giorni fa ho visto un treno proveniente da Aosta ed in arrivo al binario 5 dover frenare improvvisamente (o quantomeno provare a farlo, vista l’inerzia che lo contraddistingue) visto che alcuni passeggeri stavano attraversando il binario nel punto vietato-ma-comodo P.
Esiste soluzione? certamente esiste, tutti la conoscono: prolungare il sottopassaggio di altri 10 metri, facendolo arrivare fino al binario 6. Ma nessuno vuole pagare i lavori.
Forse si aspetta che qualcuno muoia nell’attraversamento, e si possa utilizzare il clamore mediatico per avere ulteriori fondi a favore di RFI per sistemare una stazione di sua proprietà con fondi pubblici. Infatti il prolungamento del sottopassaggio rientra in una serie di lavori che RFI stima in circa 10 milioni di euro, mentre la Regione Piemonte attualmente ne mette a disposizione solo 5,5 milioni.
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