La TV era sintonizzata su Rai3, in attesa dell’appuntamento settimanale con Luciana Litizzetto nel programma di Fazio. Per rovinare l’attesa delle solite 4 risate (e 16 amari sorrisi) settimanali, hanno inserito un’intervista con la ministro Gelmini, che ha ovviamente recitato (con scarsa convinzione) la lezione che le avevano preparato, e su questo nulla di nuovo.
Il motivo del post è un altro: durante l’intervista, mia figlia (10 anni) stava tranquillamente giocando con un giochino del mio telefono, e le ho spiegato che la Gelmini era in effetti il “capo” di tutte le scuole e tutte le università, e quindi era anche il “capo” suo (che è studente) e mio (che lavoro all’università).
Dopo un paio di minuti, uno scambio di battute, senza alzare neppure troppo lo sguardo dal videogiochino:
lei: ma è davvero il capo di tutte le scuole?
io: sì
lei: non ha l’aria molto intelligente
io: (silenzio)
io: ma perché lo pensi?
lei: mah, l’ho guardata
Un buon padre avrebbe dovuto, a questo punto, propinare il “pippone standard” sul fatto che le persone non vanno giudicate in modo affrettato, a prima vista, ma bisogna vedere effettivamente come si comportano, quali risultati raggiungono, ecc ecc.
Ma questa volta non me la sono sentita.
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