Uno dei tanti esempi di come “il digitale” non sia per nulla compreso, nemmeno da chi se ne professa pioniere.
Tutta fiera, la bolletta di SEN (Servizio Elettrico Nazionale), che ancora ricevo in formato cartaceo (sarò retrogrado, probabilmente), mi spinge ad attivare Bollett@ Online, per ricevere le bollette via e-mail anziché via posta. Di per sé nulla di strano (a parte che l’utilizzo del ‘@’ nel nome mi ha fatto ripiombare negli anni ‘90 quando ciò “faceva moderno”.
Ehi, mi fanno addirittura lo sconto di 6 euro l’anno! Come perdere questa golosissima occasione?
Ed è anche facile: basta inquadrare il QR code con lo smartphone. Ecco:
Qual è il problema? proprio il QR code. Quel codice è illeggibile. No, non all’occhio umano, ma a qualsiasi smartphone. I pixel sono troppo piccoli, perché il testo contenuto nel codice sarà troppo lungo. Aggiungiamo che viene stampato con una risoluzione scadente, su carta imperfettamente ruvida, ed il risultato è garantito: il codice non ha la risoluzione grafica sufficiente per essere decodificabile.
[Nota: lo ‘zig-zag’ è stato aggiunto per proteggere gli eventuali dati presenti, non fa parte del codice originale]
Questa è una lunga catena di incompetenza: dal programmatore dei sistema di backend, che ha fornito una URL (sarà una URL?) esageratamente lunga (mai conosciuti gli URL shortener), al programmatore che ha adattato il software per la creazione delle bollette, aggiungendo il QR code, senza porsi il problema della dimensione, al grafico che ha impaginato la bolletta senza rendersi conto che stava inserendo un elemento illeggibile, al controllo qualità (ma ci sarà) che probabilmente non aveva idea di cosa fosse il QR code, a parte che era una cosa “moderna” e “digitale”.
C’è questa illusione che il digitale sia infinitamente preciso e privo di errori, ma il concetto base del digitale è proprio la quantizzazione dell’informazione che avviene ad ogni interfaccia tra il mondo digitale e quello analogico. Sono parole troppo difficili. Bisogna pensare. Ed avere persone competenti. Meglio far finta di essere in una puntata di CSI, dove si può zoomare all’infinito in qualsiasi immagine.
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