mercoledì 24 febbraio 2010

Vietato(?) fumare

Premessa: non fumo, quindi non sono in grado di valutare quale possa essere l’impatto di una crisi di astinenza per chi è abituato a fumare.

Tuttavia, le proprie abitudini o i propri vizi non dovrebbero arrogarci il diritto di derogare alle norme della civile convivenza (prima) e del reciproco rispetto (poi, visto che quest’ultimo è in perenne declino).

Pochi minuti fa, nel mio quotidiano pellegrinaggio attraverso il binario 4 di Torino Porta Susa Sotterranea, mi sono imbattuto in ben due persone che beatamente si fumavano la propria sigaretta. In barba ai cartelli di divieto. In barba agli annunci vocali emanati periodicamente.

Non voglio discutere sull’opportunità di applicare tale divieto in una galleria che è a metà strada tra il luogo chiuso ed il luogo aperto, e nel quale passano fior di treni diesel che ammorbano l’aria ben più di qualche decina di grammi di tabacco.

Ma se esiste una regola, o ti batti per cambiarla, o ti adegui, che ti piaccia o no. Così ti insegnavano l’educazione civica a scuola (*). Sarò prevenuto, ma mi par di leggere sui volti di quelle persone un’aria di sfida, o meglio un senso di superiorità e vittoria contro le istituzioni.

E’ certo che il (mio) livello di tolleranza si riduce con l’avanzare della (mia) età, ma alle manifestazioni di arroganza e presunta superiorità non riuscirò mai ad abituarmi senza rodermi dentro. Per fortuna!

 

(*) no, non è vero, queste cose non le insegnano a scuola, e neppure nei canali televisivi che dovrebbero consolidare il senso civico nelle masse. Sono valori tramandati a livello famigliare, per chi ha la fortuna di nascere e crescere nei contesti giusti.

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