Ieri ho passato la giornata al Salone del Libro di Torino (non lo chiamo “Salone Internazionale” perché la dimensione internazionale era veramente evanescente).
Una delle caratteristiche di questa edizione è una maggiore attenzione alla sostenibilità, ed in particolare alla raccolta differenziata dei rifiuti. All’interno del salone vi erano bidoni diversi (plastica, indifferenziato), ed in un paio di casi ho visto degli addetti presidiare tali bidoni e suggerire la collocazione corretta dei rifiuti.
Lodevole intento, soprattutto per separare la grande quantità di plastica (penso alle bottigliette d’acqua) che si genera in eventi di questo genere.
Ma allora perché ai cancelli di ingresso mi hanno sequestrato la borraccia (di plastica) che mi ero portato da casa proprio per non usare bottiglie usa e getta?
Piuttosto che separare i rifiuti (cosa ovviamente utile e necessaria), non sarebbe meglio evitare di produrli (anche per azzerare i costi della raccolta)?
Fortunatamente mi ero portato da casa anche un paio di bottigliette di plastica tradizionali (quale ingegnere non ha un Piano B pronto per ogni occasione?), le quali sono invece entrate liberamente al Salone senza suscitare alcun dubbio da parte degli addetti. Mah.
Devo dire che mi dispiace ancor più perché la borraccia era di mia figlia (8 anni), che utilizza a scuola, perché ai bambini, invece, hanno insegnato a riusare il contenitore dell’acqua. La scuola fa dei passi educativi, la società li vanifica e li mortifica.
Meno slogan, più coordinamento. Chissà se imboccheremo mai questa strada?
P.S.1. abbiamo potuto recuperare la borraccia all’uscita
P.S.2. ci sarebbero anche altri aspetti da rilevare (perché non c’erano contenitori per la carta? perché i bidoni non erano ben identificabili attraverso i colori convenzionali?), ma affrontiamo un punto per volta.